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Un cantiere dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria

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Dopo l’inchiesta che ha svelato gli affari illegali sulla Salerno-Reggio Calabria, c’è preoccupazione sulla qualità dei materiali utilizzati

CATANZARO – “In alcune strutture il cemento come colla”, materiali scadenti, tangenti e appalti di favore. Dietro diverse grandi opere costruite in Italia negli ultimi tempi, ci sarebbe stato un vorticoso ed illegale giro di affari, una vera e propria compravendita di favori. Questo è quello che ha evidenziato l’indagine condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Roma che hanno eseguito misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione (LEGGI I PARTICOLARI).

Nel giro degli affari illeciti c’è anche l’autostrada Salerno-Reggio Calabria con i suoi lavori di ammodernamento infiniti e che, secondo quanto dichiarato dal premier Matteo Renzi, dalla stessa Anas e dal ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, dovrebbe essere completata entro la fine di quest’anno (LEGGI).

I CONTROLLI DELL’ANAS SULL’A3

L’analisi delle inquietanti intercettazioni ha fatto scattare l’allarme sulla sicurezza di queste grandi opere, considerato che in molti casi i personaggi coinvolti nelle indagini hanno fatto riferimento all’uso di materiali scadenti: “C’è calcestruzzo che non ha una barriera fisica e defluisce un po’ a c… come gli pare a lui”, dicono in una conversazione.

Per questo l’Anas ha reso noto di collaborare «attivamente con la Procura di Roma, al fine di fornire tutto il supporto necessario, e che nessun dipendente Anas è coinvolto nell’inchiesta». La società ha provato a spegnere sul nascere preocupazioni e polemiche, con una nota diffusa oggi: «Tutto evidenzia come nell’ambito dei lavori del macrolotto siano stati espletati attenti controlli sui materiali e che non risultano elementi che possano mettere in discussione la sicurezza per la circolazione».

Anas ha fornito i numeri delle prove effettuate nel corso dei lavori sui materiali da costruzione, per un costo di oltre 7 milioni di euro: sui calcestruzzi sono stati eseguiti oltre 11.800 prelievi, ognuno costituito da 6 cubetti, sui quali sono state effettuate le prove previste per legge; sugli acciai per armature sono stati effettuati oltre 2.500 prelievi di barre; per i conglomerati bituminosi sono stati eseguiti oltre 1.000 prelievi.

IL TRATTO INTERESSATO

Rassicurazioni che, comunque, devono essere messe a confronto con gli sviluppi delle indagini. Il tratto dell’autostrada coinvolto nell’operazione dei carabinieri è il VI Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria che riguardava il percorso compreso tra lo svincolo di Scilla e lo svincolo di Campo Calabro, in cui erano presenti 32 tra ponti e viadotti (per una lunghezza complessiva di 3 chilometri), otto gallerie naturali e 1 galleria artificiale (Scilla) di 155 metri. Inoltre i lavori di ammodernamento coinvolgono anche quattro svincoli: Scilla, Santa Trada, Villa San Giovanni e Campo Calabro.

IL GIP LANCIA L’ALLARME

A lanciare l’allarme sulla sicurezza delle opere interessate dalle indagini, era stato il giudice per le indagini preliminari che ha firmato il provvedimento di custodia cautelare. Secondo il giudice, infatti, «gli indagati (…) violano sistematicamente le procedure di sicurezza e di qualità delle opere realizzate grazie alla compiacenza della direzione dei lavori».

«I risultati – prosegue – di solito sono noti per altre esperienze accertate nel campo delle indagini degli uffici giudiziari; cosi poi emergeranno i cementi depotenziati, gli inerti di scarsa qualità, il ferro e gli acciai non conformi, gli asfalti diversi per qualità e quantità a quelli dei capitolati. Questi artifici truffaldini saranno la matrice dei crolli spontanei o indotti dai terremoti e dall’uso, di migliaia di opere pubbliche consegnate come gioielli della tecnica ma, alla luce di ciò che solitamente si accerta, in molti casi frutto di gravissime truffe ai soggetti pubblici».

L’INTERCETTAZIONE INQUIETANTE SULL’A3

Inquietante, e per nulla rassicurante, anche una delle intercettazioni in cui Domenico Gallo, imprenditore calabrese finito in carcere nell’operazione, mette in dubbio la possibilità di collaudare proprio la Salerno-Reggio Calabria considerato il tipo di lavoro che è stato compiuto. Tesi, però, smentita ora da Anas che sostiene di avere effettuato numerose verifiche sulla sicurezza.

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