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L'Università di Catanzaro

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CATANZARO – Un servizio di volontariato camuffato da rapporto di lavoro. Svolto in violazione di ogni norma in materia. Al centro di un vero e proprio business economico, che muove svariati milioni di euro, ai danni, peraltro, di quegli istituti di vigilanza armati, espressamente ed annualmente elencati dal Ministero dell’Interno e disciplinati dal Tulps (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza – Polizia di Stato). Lo denunciano da oltre un anno esponenti politici e sindacati.

Ma, adesso, a volerci vedere chiaro è direttamente la Guardia di finanza di Catanzaro, che, per mano degli uomini del colonnello, Marco Letizi, ha già provveduto ad acquisire una nutrita documentazione presso gli uffici dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, dell’Azienda universitaria “Mater Domini” e della stessa Università “Magna Graecia” di Catanzaro, al fine di verificare presunti ruoli e responsabilità rispetto alle diverse ipotesi di reato che potrebbero emergere dall’ormai collaudato sistema di affidamento diretto del servizio di vigilanza da parte di enti pubblici alle diverse associazioni di volontariato dislocate sul territorio.

A far scattare l’indagine è stato un lungo e dettagliato esposto degli istituti di vigilanza privata, colpiti, a loro dire, dalla concorrenza sleale messa in atto da quelle associazioni che, con pochi euro, sono riuscite a mettere su stuoli di volontari pronti ad indossare le vesti di vigilantes senza, tuttavia, essere guardie giurate e, soprattutto, senza alcuna assistenza in termini di inquadramenti contrattuali, contributi, busta paga e sorveglianza sanitaria, anche alla luce dei turni notturni previsti per alcuni di loro.

In cambio di rimborsi spese che si risolvono in veri e propri spiccioli, che ben poco hanno a che vedere con una retribuzione lavorativa adeguata all’effettivo lavoro svolto per far fronte alle esigenze di sicurezza degli enti “vigilati”. E non è finita qui. Nel caso di un’associazione di volontariato, infatti, si parla addirittura di operatori socio sanitari, che andrebbero a coprire turni nei reparti materno infantile, medico chirurgico, neuroscienze, oncoematologia, radiologia e pronto soccorso dell’ospedale “Pugliese”, sulla scia di una convenzione risalente al 2013, che prevede oltre 500 mila euro all’anno, per un rimborso di 9 euro per ogni ora contabilizzata.

Una prassi che, a molti, non appare affatto regolare rispetto alla possibilità di autorizzare, piuttosto, l’Azienda ospedaliera ad assumere gli operatori socio sanitari attivando lo scorrimento della relativa graduatoria a Crotone, in attesa dell’espletamento delle eventuali procedure concorsuali. Così come ha sottolineato nei giorni scorsi il consigliere comunale, Antonio Giglio, a parere del quale «assumere 30/40 operatori socio-sanitari a tempo indeterminato costerà, forse, meno di quanto paga all’associazione l’Azienda ospedaliera sotto forma di rimborso spese, e soprattutto serva a tutelare le prestazioni di persone che hanno investito sulla loro formazione e si trovano in un meccanismo che re la precariet».

Quindi, giù con i costi, che avrebbero visto, nel solo 2016, l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro versare ben 866.748,15 euro nei confronti di quattro associazioni, in virtù di affidamenti diretti del servizio di vigilanza, che va ad affiancarsi a quella armata regolarmente svolta dagli istituti preposti, mentre all’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, l’ipotesi di bandire una gara pubblica per il servizio di vigilanza, neanche sarebbe stata presa in considerazione. Insomma, tanto quanto basta per indurre la Guardia di finanza ad accendere i riflettori su un’attività di volontariato che, se per i sindacati, si traduce in un volano per il lavoro nero, per centinaia di disoccupati della provincia di Catanzaro rappresenta, senza dubbio, una boccata d’ossigeno.

Fermo restando la denunciata concorrenza sleale, accompagnata, sotto certi aspetti, da ipotesi di violazioni fiscali e irregolarità più o meno gravi da parte degli enti. Materia, questa, di pertinenza assoluta delle Fiamme gialle, che, senza lasciare nulla al caso, stanno già spulciando tra le carte acquisite, in attesa di raccogliere anche le dichiarazioni dei protagonisti della contorta vicenda.

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