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LAMEZIA TERME – Il caso era scoppiato lo scorso autunno quanto erano state portate alla luce delle presunte truffe dell’ormai ex promoter Fideuram di Lamezia Terme perpetrate in danno dei risparmiatori. Una situazione che aveva portato al primo intervento della Finanza (LEGGI LA NOTIZIA).

Le indagini erano state avviate a seguito di numerose denunce da parte di clienti di Banca Fideuram, filiale di Lamezia Terme, che avevano affidato i propri risparmi ad un promoter senza dubitare della sua competenza e spesso in virtù di rapporti amicali e di fiducia consolidati nel tempo. «Gli stessi, accortisi di ingenti ammanchi di denaro dai loro conti corrente, si sono rivolti all’Autorità Giudiziaria e alla Guardia di Finanza lametina per far luce sull’accaduto. Le attività – spiega proprio la finanza – hanno portato nei giorni scorsi all’esecuzione da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro di diverse perquisizioni domiciliari nei confronti di tre persone. Sul registro degli indagati, oltre a V. T. di 48 anni e autore del raggiro, sono finiti anche il cognato, G.C. di Lamezia Terme, e l’ex collega dell’agente, S.A. di Decollatura, accusati a vario titolo di truffa aggravata e autoriciclaggio».

In sostanza, V.T. dopo essersi impossessato indebitamente del denaro di un centinaio di risparmiatori, convinti di averlo investito in prodotti finanziari, avrebbe movimentato il profitto delle truffe, mediante numerose carte di credito prepagate e operazioni di home banking, allo scopo di renderne difficoltosa l’individuazione. In alcuni casi, addirittura, una parte di denaro sarebbe stata anche veicolata su conti piattaforme finanziarie estere anche con sede in paesi a fiscalità privilegiata.

Il private banker avrebbe “movimentato” oltre 3 milioni di euro provento di truffa, riuscendo nel tempo ad ingannare i risparmiatori e fornendo loro false rendicontazioni o spostando, di volta in volta a seconda della necessità, del denaro sui loro conti per rendere credibili i frutti degli investimenti. Le Fiamme Gialle catanzaresi, sotto le direttive del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e del Sostituto Procuratore Giulia Maria Scavello, hanno eseguito diverse perquisizioni tra Catanzaro, Lamezia Terme, Vibo Valentia e Roma alla ricerca di ulteriori prove a carico degli indagati. Tra i luoghi visitati anche la sede Fideuram di Lamezia Terme. Le operazioni hanno condotto al sequestro di diversi computer, smartphone, documentazione varia, una ventina di carte di credito e 6 mila euro in contanti, di cui la metà occultata perfino in una confezione di detersivo in polvere. Gli elementi raccolti sono ora al vaglio dei finanzieri al fine di verificare eventuali altri responsabili e definire il quadro completo della vicenda a tutela dei clienti raggirati, alcuni dei quali avrebbero perso tutti i loro risparmi.

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