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LAMEZIA TERME – Gli esponenti del clan Torcasio–Cerra–Gualtieri erano intercettati. E parlavano di voti pagati dai candidati al Consiglio comunale. Uno spaccato dell’operazione “Crisalide” che ha investito anche la politica e in particolare la campagna elettorale delle amministrative del 2015.

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Colloqui intercettati dai carabinieri che alla fine hanno fatto scattare gli avvisi di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Giovanni e Giuseppe Paladino (padre e figlio) e Pasqualino Ruberto, formulata dal Dda di Catanzaro che ha coordinato l’operazione “Crisalide”. Giuseppe Paladino era candidato al consiglio comunale di Lamezia nelle elezioni del 2015 (poi eletto con oltre 700 voti, divenuto vicepresidente del consiglio comunale e ora dimessosi), mentre Pasqualino Ruberto era candidato sindaco, poi eletto consigliere comunale e sospeso dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “Robin Hood”.

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Ma le intercettazioni riguardano anche l’attuale presidente del Consiglio comunale, Francesco De Sarro (non indagato) il cui padre, Luigi, è sotto processo in quanto accusato di aver pagato i voti per il figlio.

Il 30 giugno 2015, all’interno dell’autovettura in uso a Antonio Miceli, ritenuto il “reggente” del clan, venivano captati i commenti avvenuti tra quest’ultimo e il candidato Antonio Mazza.

Mazza: «ma Pasquale poi che ha fatto con la “pila” (ndr, soldi).. a mente a mente mi ricordo com’è…».

Miceli: «me li ha dati!»

Mazza: «quant’è che ti ha dato?»

Miceli: «mille euro!»

Mazza: «te li ha dati? Ma chi con Mattia? Chi è che è intervenuto?»

Miceli: «si è intervenuto Mattia… (ndr: Mancuso Mattia) ma perchè io gli ho detto che andavo a casa… siamo arrivati alle brutte eh..»

E il 6 settembre del 2015,, da una intercettazione ambientale effettuata all’interno della vettura in uso a Nicola Gualtieri, veniva captava una conversazione ambientale avvenuta tra quest’ultimo e Ivan Di Cello (entrambi arrestati nell’operazione “Crisalide”.

Di Cello: «C’è quel De Sarro, comunque…. parlatissimo!»

Gualtieri: «Novecento voti!»

Di Cello: «Non …. mai presi in tutta la vita».

Gualtieri: «Mai….mai successa, una cosa di questa».

Di Cello: «Le lettere gliel’ ha messe a casa».

Gualtieri: «Cioè, il secondo…tutti quanti che si giocavano il secondo, terzo, quarto, quinto posto, tipo trecento, quattrocento…lui, novecento!».

Di Cello: «Il top player….»

Gualtieri: Proprio….top!»

Di Cello: Oh! Ventimila euro di campagna elettorale».

Gualtieri: «Top!».

Di Cello: Compà! Ma tu lo sai che vuol dire ventimila euro di campagna elettorale, diciotto li hai regalati! Diciotto li hai regalati in giro con le buste.

Gualtieri: «Per forza compà! Uno che prende novecento voti, per forza…come cazzo fai a prendere novecento voti a ventidue anni? a ventitre anni? Quanti anni ha? La prima volta che si candida!». 

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