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Si allarga l’inchiesta che aveva portato all’operazione “Tyche”, con accuse di peculato e bancarotta fraudolenta

CATANZARO – I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Dott. Salvatore Curcio e dal Sostituto Procuratore D.ssa Marta Agostini, hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare personale e a un decreto di sequestro preventivo per tre milioni di euro emessi dal gip di Lamezia Terme su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone per i reati di bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione dei redditi e peculato.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno notificato a Cristaudo Giuseppe (48 anni) e alla moglie Caruso Titina (45, attuale consigliere comunale di Lamezia Terme di Forza Italia) la misura del divieto temporaneo di esercitare ogni attività di impresa, mentre a Cristaudo Battista (52) quella del divieto di esercitare la professione di commercialista.

Tra i beni sequestrati conti correnti accesi in diversi istituti di credito, quattro immobili (tra cui una villa di 15 vani con piscina a Lamezia Terme), la sala bowling a 12 piste collocata nel centro commerciale “Due Mari” di Maida (Catanzaro) e centinaia di apparecchi da gioco del tipo slot-machine.

I primi due soggetti erano stati già colpiti nel novembre 2015 da misure interdittive nell’ambito dell’Operazione “Tyche” con l’accusa di peculato, bancarotta fraudolenta, dichiarazione infedele e circonvenzione di incapace, commessi nell’ambito del fallimento della Caruso Group srl, società a loro riconducibile e operante nel settore della gestione di videogiochi ed apparecchi da intrattenimento. In quella circostanza, ai finanzieri non erano sfuggiti alcuni beni confluiti nella società lametina Automatic Games srl, costituita dai due coniugi e poi dichiarata fallita nel 2014. L’approfondimento delle vicende legate al fallimento della Automatic Games portava alla luce una serie di anomalie e artifizi contabili tesi a rendere difficilissima la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari della società. Le indagini coordinate da questo Ufficio, tuttavia, consentivano di accertare lo “svuotamento” progressivo dei beni societari, in danno di creditori e pubblica amministrazione, a favore della Casimò Entertainment srl di Caruso Titina e di un’altra società riconducibile al marito.

Detti beni, costituiti da un impianto di bowling a 12 piste e numerosi apparecchi da intrattenimento (oltre 200 apparecchi da gioco tra slot-machine, flipper, carambole e altri), venivano, infatti, ceduti alla Casimò Entertainment a titolo gratuito o a cifre irrisorie rispetto al prezzo di acquisto, di fatto rendendo la Automatic Games  una mera “scatola vuota” fino alla dichiarazione di fallimento. Inoltre, dagli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Tutela Economia – di Catanzaro sono anche emersi oltre 4 milioni e mezzo di euro “scassettati”, ovvero prelevati dagli apparecchi da gioco e mai transitati nelle casse della società fallita, tra i quali era computata anche la quota da versare all’erario quale concessionario per la tenuta di apparecchi da gioco con vincita in denaro (circa 48 mila euro).

Le condotte distrattive e la dissipazione del patrimonio societario venivano realizzate con il concorso di Cristaudo Battista, commercialista della società, che avrebbe fornito un considerevole apporto personale, gestendo la contabilità della Automatic Games nella quale, tra l’altro, avrebbe registrato costi fittizi per oltre 2 milioni di euro allo scopo di abbattere i ricavi e distrarre liquidità. 

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