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L'ex sindaco Mascaro con la proposta di scioglimento

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – E’ arrivato al protocollo del Comune (con una Pec) il decreto (a breve dovrebbe essere pubblicato sul sito della Gazzetta ufficiale) di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose firmato il 24 novembre scorso dal presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dei ministri.

LO SCIOGLIMENTO DI 5 COMUNI CALABRESI TRA CUI LAMEZIA

Dalle prime indiscrezioni, nel decreto vengono citati (in base alla relazione del ministro dell’Interno) gli incarichi del sindaco anche come avvocato di alcuni esponenti delle cosche fino a quasi un anno della sua elezione per passare poi le pratiche di legale a un altro avvocato in stretti rapporti di affinità con il primo cittadino.

E ancora, di un esponente di vertice dell’amministrazione comunale legale di fiducia di un altro esponente delle cosche, il vicesindaco dell’epoca, lasciando l’incarico di avvocato solo quando il Comune si è costituito parte civile al processo.

Nel decreto, in cui viene riportata la relazione firmata dal ministro dell’Interno Marco Minniti sulla base degli accertamenti della commissione d’accesso antimafia disposta dal prefetto Latella, anche sospetti sull’affidamento di un bene confiscato per 15 anni a una cooperativa in cui figurano soggetti pregiudicati. Sospetti anche sull’affidamento del verde pubblico. Nella relazione anche elementi di contiguità con i precedenti consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa (1991 e 2002). 

Citate anche frequentazioni e rapporti tra componenti della Giunta e del Consiglio comunale con soggetti appartenenti alle cosche. E ancora: “Fonti tecniche di prova hanno attestato come la campagna elettorale per il rinnovo degli organi elettivi sia stata caratterizzata da un’illecita acquisizione dei voti che ha riguardato, direttamente e indirettamente, esponenti della maggioranza e della minoranza consiliare”.

Inoltre: il “raffronto tra le risultanze dell’accesso attuale e quelle che diedero luogo agli scioglimenti per infiltrazioni nel 1991 e nel 2002 rinvenendo, in assoluta continuità, la persistenza delle medesime dinamiche collusive e dell’operatività degli stessi personaggi di spicco delle organizzazioni criminali del territorio”.

Si cita anche “un diffuso quadro di illegalità, in diversi settori dell’ente che, unitamente ad un generale disordine amministrativo, si sono rilevati funzionali al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti organici o contigui alle organizzazioni criminali egemoni ed al consequenziale sviamento dell’attività di gestione dai principi di legalità e buon andamento”.

E ancora: “esistenza di un vero e proprio sistema nel settore dei lavori pubblici che consente di aggiudicare appalti sempre alle medesime ditte”. Quindi si citano anche “irregolarità nell’affidamento del servizio mensa scolastica ed in quello sul verde pubblico”.

Mascaro chiede “giustizia subito”

In un post pubblicato sui profili social, Mascaro ha chiesto che per Lamezia sia fatta “giustizia subito”.

“In assenza ancora una volta di comunicazioni ufficiali – scrive – apprendo con sconcerto da testate giornalistiche i primi stralci della relazione del Prefetto e della proposta del Ministro inerenti lo scioglimento del Consiglio Comunale di Lamezia Terme. Trovano purtroppo conferma i fondati timori di provvedimenti figli di superficialità ed approssimazione, stante anche l’ostinato rifiuto ad accogliere l’apporto collaborativo ai fini dell’espletamento dell’attività di indagine sollecitato invano dal sindaco”.

L’ex primo cittadino aggiunge: “Leggo riferimenti ad atti per i quali sarà immediatamente dimostrata l’assenza di qualsivoglia condizionamento ed infiltrazione, leggo erronei riferimenti a comportamenti personali che si dimostrerà essere stati limpidi, cristallini e rispettosi di innato senso di legalità. Se finalmente entro oggi vi sarà pubblicazione o notifica del provvedimento, da lunedì 18, alle ore 14,30, saranno pubblicati su questa pagina separati capitoli dedicati ad ogni argomento onde chiarire, in maniera incontestabile, l’eclatante erroneità del provvedimento di scioglimento”.

Secondo Mascaro, “A quel punto, però, lo Stato, in un sussulto di rispetto delle regole democratiche, senza attendere provvedimenti giudiziari, dovrà subito ripristinare la legalità violata e ridare al popolo di Lamezia la sua rappresentanza elettiva”.

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