X
<
>

Mauro Donato

Condividi:
2 minuti per la lettura

SAN FLORO (CATANZARO) – E’ stato arrestato in Serbia con l’accusa di aver aggredito tre profughi afghani. Nonostante sia stato scagionato dalle vittime, da sei giorni è in carcere. Non è ancora finita la disavventura di Mauro Donato, 41 anni, il fotoreporter torinese fermato venerdì scorso al confine con la Croazia. Il giornalista vive a Torino, ma è nativo di San Floro, centro in provincia di Catanzaro, dove attualmente vivono i genitori e una sorella.

Donato è accusato di rapina aggravata: rischia una condanna fino a quindici anni. L’episodio è accaduto a Sid, la città in cui il reporter stava documentando con il collega Andrea Vignali il passaggio dei profughi verso l’Europa.

Il giornalista, che in passato ha collaborato anche con l’Ansa, da alcuni anni segue l’esodo dei rifugiati lungo la “Balkan route”, la strada percorsa ogni anno da migliaia di disperati in fuga da guerre ed emergenze umanitarie. L’aggressione, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe avvenuta in un capannone abbandonato che da mesi ospita centinaia di irregolari. Una rapina per pochi spiccioli, trecento dinari, neanche tre euro. E due feriti, uno con sei coltellate all’addome.

La polizia ha fermato il fotografo italiano dopo un’indagine sommaria: due vittime hanno riconosciuto Donato nella fotografia della sua carta di identità, fotocopiata giorni prima durante un controllo alla frontiera. L’immagine sul documento, scattata otto anni fa, da tempo però non corrisponde all’attuale aspetto del reporter. A discolpa di Donato la testimonianza di Vignali e quella del terzo rapinato che hanno smentito categoricamente il coinvolgimento del fotografo nell’aggressione.

Per sei giorni – nonostante l’intervento dell’ambasciata italiana a Belgrado e l’insistenza dell’avvocato difensore – il tribunale si è rifiutato di ascoltare le prove a discolpa del fermato. Lunedì il giudice ha interrogato le vittime della rapina, sottoponendo Donato a un confronto in aula. A tarda notte la scarcerazione sembrava a portata di mano. «Non è lui la persona che ci ha aggredito» hanno dichiarato i tre afghani.

Martedì pomeriggio, la doccia fredda: il tribunale non è convinto, decide di proseguire le indagini, Mauro Donato resta in cella. Nei prossimi giorni sarà sentito anche Andrea Vignali, ma l’udienza non è stata ancora fissata.

Preoccupato il commento di Giulia Marco, la moglie del reporter: «La nostra ambasciata a Belgrado continua a tranquillizzarmi. Afferma che sta seguendo con attenzione la vicenda, che mio marito sta bene, ha un’ora d’aria al giorno. Ma non ha alcuna certezza sulla data del rilascio».

Del caso si sta occupando anche l’Unità di crisi della Farnesina, che due giorni fa aveva annunciato alla famiglia l’imminente liberazione del reporter italiano.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE