X
<
>

L'arrivo della polizia di Catanzaro in Sicilia

Condividi:
3 minuti per la lettura

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Rapina impropria, danneggiamento aggravato, incendio, lesioni aggravate, violenza privata, tentato omicidio, utilizzo di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di materiale esplodente. Sono i reati contestati a vario titolo ad un gruppo di ultras del Catania destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme (Catanzaro) ed eseguite dalla Polizia di Stato.

[editor_embed_node type=”photogallery”]83670[/editor_embed_node]

 

Le persone arrestate sono venti a cui si aggiunge anche un minore. Al centro delle indagini – condotte dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme e da quelli della Digos di Catanzaro in collaborazione con i colleghi delle Digos di Catania ed Enna – la sequenza di episodi avvenuti domenica 29 aprile, durante la trasferta a Matera dei sostenitori etnei per una partita del campionato di serie C. Tra le persone aggredite davanti la stazione di Lamezia, c’è anche un docente con handicap. 

IL VIDEO DELLA VIOLENZA DAVANTI LA STAZIONE E LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Le indagini hanno evidenziato che gli ultras prima si sono resi responsabili di alcune indiscriminate aggressioni ai danni di inermi cittadini nei pressi degli imbarcaderi di Messina e, successivamente, dopo aver inseguito, lungo l’Autostrada A2 del Mediterraneo, un’auto i cui passeggeri erano stati erroneamente scambiati per tifosi siracusani, nei pressi della stazione ferroviaria di Lamezia Terme hanno violentemente aggredito le vittime, rapinandoli di valori e oggetti personali e provocando l’incendio della parte anteriore della vettura mediante il lancio di un fumogeno (LEGGI LA NOTIZIA).

L’accusa di tentato omicidio è stata contestata a Luca Razza, 35 anni, per avere tentato di investire con l’automobile il poliziotto della Polfer intervenuto per primo in soccorso dei professori, sparando in aria colpi di pistola a scopo intimidatorio.

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULL’OPERAZIONE TIFO SELVAGGIO

L’aggressione è stata interrotta solo dall’intervento di un operatore della Polfer e da altro personale giunto in aiuto. Nel corso dell’operazione, denominata “Tifo selvaggio”, agli indagati sono stati notificati anche i Daspo emessi dal questore di Catanzaro.

Videosorveglianza inesistente

Nel corso della conferenza stampa tenuta negli uffici del Commissariato di Lamezia Terme, il procuratore capo della Procura lametina, Salvatore Curcio, ha definito l’aggressione come “barbara e preventivata”. Il procuratore ha anche criticato fortemente la gestione dei sistemi di videosorveglianza della zona. Le uniche due telecamere del Comune presenti in zona erano guaste, mentre Rfi non ha mai installato telecamere davanti la stazione ferroviaria più importante della Calabria. Per questo, gli investigatori hanno dovuto utilizzare gli impianti di videosorveglianza dei privati. Su questo aspetto, il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, ha evidenziato di avere sollecitato Rfi e Comune ad intervenire sulla videosorveglianza della zona. 

I nomi degli arrestati

I venti ultras finiti in manette sono: Carmelo Giuseppe Murabito; Salvatore Marco Balistreri; Vincenzo Lombardo; Tommaso Davide Viscuso; Giovanni Antinio D’Agosta; Matteo D’Agosta; Orazio Motta; Benito Pasturi; Angelo Condorelli; Gianluca La Farina; Orazio Angelo Tabuso; Simone Scarcella; Daniele D’Arrigo; Giovanni Manganaro; Damiano Nicolosi; Mirko Gallo; Luca Razza; Rosaria Calarco; Luca Spampinato.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE