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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Era entrato in un circolo vizioso da alcuni anni costringendolo in una condizione che lo stava portando all’esasperazione. La vittima è un imprenditore dell’hinterland lametino il quale, a seguito di una proposta truffaldina avanzata da un suo vecchio conoscente, aveva assunto fittiziamente Nicola Anzani Ciliberti cl.87, la moglie Ida Villella cl. 84 e Antonio Pasquale Saporito cl.64, per poi licenziarli a fine anno, garantendo così loro di percepire indebitamente l’indennità di disoccupazione.

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Si tratta di un sistema fraudolento ormai collaudato ma che, spiegano i carabinieri, «si è inceppato lo scorso luglio con il blocco dei pagamenti da parte dell’INPS a causa delle anomalie riscontrate».

In quel momento «sono iniziati i problemi per la vittima. Un crescendo di lamentele e recriminazioni sfociate nell’ultimo periodo in richieste estenuanti accompagnate da pressanti minacce fino ad arrivare alle aggressioni fisiche».

In pratica Anzani Ciliberti avrebbe chiesto 8.000 euro all’imprenditore quale corrispettivo delle somme non percepite a seguito dei controlli dell’Ente Previdenziale. «Una spirale di violenza – raccontano i carabinieri – al centro della quale la vittima era stata risucchiata tergiversando fino al 18 giugno scorso allorquando, durante un incontro con i suoi aguzzini, gli sarebbe stato intimato di consegnare la somma richiesta entro la mattina successiva».

A quel punto nella vicenda è intervenuto anche Saporito che avrebbe proposto alla vittima «di “accollarsi” il debito previa cessione, però, nei suoi confronti di un terreno agricolo sito a Gizzeria». Ma il 5 luglio l’imprenditore si presenta all’incontro fissato per il pagamento solo con 4.000 euro. a quel punto scatta l’aggressione: «“Che ci devo fare la spesa con questi? Non pensare che vai dai Carabinieri che io non ho paura di nessuno…..salgo a Gizzeria e ti ammazzo a te cu tutta la famiglia, ti sotterro sotto un piede d’olivo”. Queste le parole rivoltegli con tono furibondo da Anzani. E poi – continua la ricostruzione dei militari dell’Arma – schiaffi in faccia, con il plauso di Saporito che assisteva impassibile alla scena. Solo con la promessa della cessione del citato appezzamento di terra e quindi con la fissazione dell’appuntamento presso il notaio la vittima è riuscita a placare temporaneamente i suoi aggressori rinviandosi al giorno seguente». Anche se non si fermavano le minacce: «Hai venti minuti di tempo sennò prendo il camion con l’escavatore prendo gli ulivi e te li vengo a mettere davanti casa……….ti ammazzo a te ed alla tua razza….».

A questo punto l’imprenditore vittima della vera e propria estorsione ha eciso di denunciare l’accaduto ai carabinieri mentre Ida Villella, incontrata in seguito, «gli “consiglia” di trovare i soldi, “….vai a vedere chi ti presta i soldi perché Nicola ti prende pure la terra……..sennò te ne puoi andare in Australia, in America……Nicola ti trova sempre».

Dopo le verifiche del caso i militari n servizio a Lamezia Terme hanno esposto l’accaduto in procura e la Procura ha ottenuto dal Tribunale di Lamezia Terme una ordinanza di custodia cautelare in carcere per Anzani mentre Saporito e Villella agli arresti domiciliari, tutti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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