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LAMEZIA TERME – Una studentessa del liceo linguistico socio psico-pedagogico di Lamezia Terme, ex magistrale accusa un malore, viene richiesta un’ambulanza ma a causa dell’impossibilità di inviare tale mezzo, il 118 provvede ad inviare un elisoccorso con medici a bordo. La situazione si risolve positivamente.

Lei si chiama P. frequenta il quinto anno di liceo ed è iscritta, ironia della sorte, nella classe frequentata da Alessia Muraca, la giovane diciottenne deceduta a causa di quattro aneurismi. Sembra una giornata tranquilla come tante altre, la giovane si reca a scuola alla seconda ora ma in perfetta salute. Dopo le 9,30 la ragazza accusa un malessere, chiede di poter uscire e lo fa con una sua compagna di classe.

Il malore non accenna a diminuire e la stessa si reca con la compagna nella classe in cui era presente una delle docenti, con la quale la studentessa ha maggior confidenza. La docente esce dalla classe per capire cosa stia accadendo, la scruta, non comprende e poiché la ragazza dice di aver freddo le suggerisce di coprirsi con il proprio cappotto, ma nota che le mani della giovane non sono fredde, intanto chiede alla compagna di andare a prendere qualcosa per coprire ulteriormente la ragazza infreddolita. La compagna va a prendere uno scialle, quando di botto la ragazza perde i sensi e sviene. Lo stato di incoscienza perdura per circa mezz’oretta, nel frattempo la docente ha provveduto a chiamare il 118, ad invocare soccorsi, a cercare di rianimarla come poteva, un’eternità per chi sta svolgendo il ruolo di educatore e si viene a trovare in una situazione di impotenza, della quale non conosce gli sviluppi futuri. Si pensa ad una crisi epilettica ma i sintomi non sono quelli di tale patologia.

Allertato il 118, al telefono il servizio risponde di non avere un’ambulanza disponibile ma data la descrizione dei sintomi, decide di inviare l’elisoccorso. Alle 10 giunti con tale velivolo i medici controllano la giovane, che pian piano si riprende e sollecitano ulteriormente l’arrivo di un’ambulanza che giunta sul posto finalmente conduce la giovane all’ospedale Giovanni Paolo II per ulteriori accertamenti. La docente sotto shock per lo spavento, spiega «Quando è arrivata la compagna con lo scialle, P. era in piedi e si è accasciata di colpo. Sembra che avesse avuto episodi di crisi d’ansia ultimamente. Non è stato un bel momento.

Alle 10 sono arrivati i medici e l’hanno curata, cercavo di parlarle ma quando sono arrivati gli altri colleghi mi sono allontanata, poiché ho sentito il bisogno di riprendermi dallo shock. Solo verso le 12 quando mi hanno comunicato che la ragazza si era ripresa e fuori pericolo mi sono sentita meglio. Un plauso ai medici intervenuti, tuttavia è inammissibile che con tutta la concentrazione di alunni in città, solo 1200 nella nostra scuola, non ci sia la possibilità di avere a disposizione un’ambulanza disponibile per emergenze di questo tipo». Quanto accaduto a P. in effetti non è l’unico caso registrato nel seguente anno scolastico a Lamezia.

Le difficoltà per il 118 di inviare una ambulanza sono legate ad una indisponibilità effettiva del mezzo che se impegnato in altra zona non può intervenire contemporaneamente in altri luoghi. Tuttavia questo episodio viene qui segnalato non solo per far comprendere le falle di un sistema che fa acqua da tutte le parti ma anche per mettere in evidenza la professione sempre più impegnativa e sfiancante di una classe docente che oltre al ruolo di educatore in molte circostanze deve sopperire anche alla inadeguatezza ed alla limitata disponibilità di supporto alle esigenze della cittadinanza in una realtà quale quella lametina che da terza è diventata la quarta città della Regione.

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