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L'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro

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CATANZARO – Finalmente un po’ di chiarezza, definitiva. I concorsi che partono oggi al Pugliese-Ciaccio sono legittimi, tutto può procedere.

Ieri, nel tardo pomeriggio, la sentenza del Consiglio di Stato ha messo la parola fine a questa telenovela che dura da luglio scorso. Per la suprema magistratura amministrativa italiana, il Tar ha visto giusto.

Nel dare ragione all’A.O. Pugliese – Ciaccio che ha prima sospeso e poi annullato le prove preselettive di luglio scorso (LEGGI LA NOTIZIA). E dato il via a nuove procedure, quelle che partono appunto oggi. A Germaneto, ore 9. Dove, come già scritto, potranno partecipare tutti, sia quelli che abbiamo impropriamente definito ex vincitori, sia gli ex perdenti. Quelli dalle cui segnalazioni e dalle cui foto è partita l’indagine interna all’A.O. Che ha prima sospeso, quindi annullato le procedure. Dando via ad un nuovo iter. A nulla sono valsi i ricorsi degli ex vincenti, i cui ricorsi sono stati rigettati prima dal Tar, ieri definitivamente dal Consiglio di Stato. Le procedure di luglio 2018 definitivamente annullate dalla sentenza di ieri, sono state effettivamente irregolari.

Altrettanto validi sono stati ritenuti i dubbi, della dirigenza del Pugliese Ciaccio sulle irregolarità riscontrate nell’indagine interna che hanno rappresentanto un vulsus non sanabile. E quindi dato via alla revoca in autotutela. Non sono stati rispettati, quindi, si legge nella sentenza, alcuni punti ritenuto di rilievo giuridico fondante il rigetto del ricorso. «Non poteva essere esclusa alla radice la possibilità che vi fossero schede consegnate in bianco e compilate dopo le prove», essendo venuta meno «la fondamentale garanzia della correzione automatica delle prove immediatamente al termine di ciascuna selezione».

E poi, pur non essendo d’obbligo, la possibilità per i candidati di “assistere alle correzioni, tale possibilità deve essere pubblicizzata”. Ma, evidentemente, così non è stato. Insomma, anche dopo la nostra pubblicazione di foto in esclusiva delle irregolarità, «l’Azienda ha voluto agire nella massima cautela, ed ha ritenuto che l’abbassamento delle garanzie procedurali prefissate fosse sufficiente ad inficiare la preselezione e ne ha disposto l’annullamento in autotutela».

Tanto più, continua il Consiglio di Stato, e come detto sopra, «se si tiene conto che gli appellanti, al pari di ogni altro cointeressato all’annullamento (vincitori e vinti ndr), conservano intatte le proprie chanche di competere per i posti a concorso nell’ambito delle prove selettive vere e proprie». In conclusione, «l’appello è infondato e, pertanto, deve essere respinto». Oggi, dunque, si riparte. Posta in gioco, 18 posti di infermiere professionale e 30 di operatore socio-sanitario.

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