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Il tribunale di Catanzaro

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LAMEZIA TERME – «O firmi la conciliazione con l’azienda rinunciando ai crediti maturati, oppure perdi il posto di lavoro. Questa è la prassi». E la conciliazione sarebbe stata accettata previo un “rimborso compensativo” di 50 euro (a fronte della rinuncia di crediti per la somma di 25 mila euro). Ma alla fine l’agente di commercio della Shedir Pharma srl (nota azienda napoletana che opera in tutta Italia nel settore dei nutraceutici, dei cosmetici e dei medical devices) ha denunciato il tutto e ora sono finiti nei guai l’amministrazione delegato dell’azienda e il responsabile delle Risorse umane, entrambi accusati di concorso in estorsione.

Con questa pesante accusa, infatti, Umberto Di Maio, 46 anni, di Piano di Sorrento (NA) e Nicola Ferrero, 35 anni, di Vico Equense (NA) sono stati rinviati a giudizio del gip di Catanzaro, Paola Ciriaco (prima udienza fissata per il 25 novembre 2019) su richiesta del pm Vito Valerio. Di Maio, quale amministratore delegato della Shedir Pharma srl Unipersonale e Ferrero, in qualità di delegato aziendale per le conciliazioni sindacali e responsabile delle Risorse umane dell’azienda, avrebbero in più di una occasione (nel 2014 e nel 2015) costretto la parte offesa (Nadia Antonella Mazza, 47 anni, di San Pietro Apostolo, difesa dall’avvocato Alessandro Parisi), a sottoscrivere, in sede di conciliazione sindacale, un verbale di risoluzione consensuale del contratto di lavoro, con transazione novativa di tutte le obbligazioni dedotte e deducibili comunque collegate al rapporto di lavoro, nonché con rinuncia da parte del lavoratore ad ogni pretesa creditoria, previa accettazione di una cifra irrisoria (50 euro) a titolo di rimborso compensativo.

Così – secondo le accuse – procuravano un ingiusto profitto alla Shedir Pharma srl di 25.082,22 euro corrispondente alla somma di tutte le indennità rinunciate e/o comunque non percepite dalla persona offesa. Che avrebbe dovuto necessariamente (così come sarebbe stato prospettato alla persona offesa, agente di commercio in contratto di collaborazione con la Shedir Pharma srl) transigere con l’azienda a rinunciare a buona parte dei crediti maturati dal lavoratore in corso di rapporto, in quanto “prassi aziendale” assolutamente funzionale a guadagnare maggiore stima e fiducia da parte dell’azienda. E sarebbe stato anche prospettato (in ogni occasione di colloquio presso la sede dell’azienda, di telefonate, di predisposizione di documentazione contrattuale ecc.) a Nadia Antonella Mazza che tali transazioni e rinunce sarebbero state imprescindibili per l’eventuale sottoscrizione (contestuale alla conciliazione o comunque immediatamente successivo) di un nuovo contratto d’agenzia con l’azienda. Alla fine l’ultima “proposta” (14 luglio 2015 presso la sede dell’azienda a Piano di Sorrento) non si sarebbe concretizzata – secondo le accuse – per il rifiuto della parte offesa di aderire, ancora una volta – secondo le contestazioni della Procura – alla fittizia conciliazione in sede sindacale.

E proprio in virtù di tale rifiuto avvenne la risoluzione del contratto di agenzia. Le indagini sono scattate dopo la denuncia sporta ai carabinieri di Soverato a febbraio del 2016 da Nadia Antonella Mazza. Sul tavolo del pm è giunta una informativa della Squadra mobile di Catanzaro (contenente anche intercettazioni telefoniche) e alla fine è stato chiesto e ottenere il rinvio a giudizio dei due imputati. In Campania pende analogo procedimento in fase di indagini per altri agenti di commercio.

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