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La botola all'interno della quale è stato trovato il corpo di Ventura

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Dopo l’arresto dei presunti colpevoli l’omicidio dell’ex carabiniere e fotografo di Lamezia Terme, Gennaro Ventura, approda nelle aule di giustizia.

CATANZARO – Dopo l’arresto dei presunti colpevoli (LEGGI LA NOTIZIA) l’omicidio dell’ex carabiniere e fotografo di Lamezia Terme, Gennaro Ventura, approda nelle aule di giustizia.

La direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, infatti, ha disposto il giudizio immediato per l’omicidio di Ventura ucciso a Lamezia Terme il 16 dicembre del 1996. Imputati per l’omicidio sono Gennaro Pulice, di 38 anni, collaboratore di giustizia, che sarebbe stato l’esecutore materiale, e Domenico Antonio Cannizzaro, di 50, presunto affiliato ad una cosca di ‘ndrangheta di Lamezia, indicato come mandante.

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La prima udienza del processo è fissata per il 20 dicembre prossimo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Gennaro Ventura sarebbe stato ucciso per vendetta. Alcuni anni prima, infatti, mentre era in servizio a Tivoli (Roma) come carabiniere, avrebbe riconosciuto e fatto arrestare per rapina un affiliato alla stessa cosca cui apparterrebbe Cannizzaro. Nel dicembre del 1996, dopo essere rientrato a Lamezia, Ventura fu attirato in una trappola e ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il suo cadavere venne abbandonato nella cisterna di un casolare abbandonato.

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