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Pasqualino Ruberto

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CATANZARO – Rinviare a giudizio nove dei 12 indagati nell’inchiesta “Calabria Etica»”, l’ente in house della Regione Calabria per progetti di assistenza alle famiglie disagiate. È questa la richiesta avanzata dal pubblico ministero Graziella Viscomi durante l’udienza preliminare in corso a Catanzaro.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, tra gli altri, l’ex presidente dell’ente, Pasquale Ruberto e l’ex direttore generale del dipartimento Lavoro della Regione, Vincenzo Caserta che erano finiti in carcere il 2 febbraio scorso (LEGGI LA NOTIZIA) e poi agli arresti domiciliari il 15 febbraio scorso (LEGGI LA NOTIZIA) su decisione del Tribunale della Libertà di Catanzaro, nell’ambito dell’operazione “Robin Hood” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, per poi essere scarcerati a maggio per il venir meno delle esigenze cautelari (LEGGI LA NOTIZIA). Tutti gli indagati sono accusati di abuso d’ufficio in concorso.

Al centro dell’inchiesta l’assunzione di 251 collaboratori per quattro progetti «dal contenuto fumoso – secondo l’accusa – privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione, nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati».

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Le assunzioni avrebbero avuto fini “clientelari” perché fatte in concomitanza con le elezioni regionali del 2014 e le comunali a Lamezia del 2015 per le quali, tra l’altro, Ruberto era candidato a sindaco.

Il pm Viscomi ha chiesto il proscioglimento per tre componenti delle commissioni esaminatrici dei progetti, Tadiana Gabriele, Sonia Libico e Ulisse Mancari. La prossima udienza è stata fissata per il 29 settembre.

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