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Il tribunale di Catanzaro sede della Corte d'Appello

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LAMEZIA TERME – Due ergastoli cancellati (un imputato assolto e un altro condannato a 28 anni in secondo grado) e una condanna confermata. Questo il verdetto di secondo grado della Corte d’Appello per tre imputati coinvolti negli omicidi avvenuti fra il 2005 e il 2010 e accusati di aver avuto ognuno un ruolo negli omicidi ordinati dal clan Giampà. Una lunga scia di sangue firmata dal clan Giampà che, alla fine del processo di primo grado (dicembre 2016 LEGGI LA NOTIZIA) aveva portato alla condanna a due ergastoli, una condanna a 28 anni e un’assoluzione.

Ma in appello ora è arrivata l’assoluzione per Franco Trovato, scagionato “per non aver commesso il fatto” (in primo grado era stato condannato all’ergastolo), la condanna a 28 anni di carcere per Vincenzo Arcieri (in primo grado anche lui condannato all’ergastolo) e la conferma a 28 anni di carcere per Antonio Voci.

Quasi del tutto ribaltata, dunque, la sentenza della Corte d’assise di Catanzaro che pronunciò il verdetto per quattro imputati (per Giancarlo Chirumbolo giunse l’assoluzione già nel primo grado) contro i quali il pm Elio Romano aveva chiesto l’ergastolo per tutti.

Il processo (relativo al filone degli omicidi dell’operazione Perseo) ha riguardato l’omicidio di Pietro Pulice (trovato carbonizzato nel cofano della sua auto il 2 ottobre 2005 in contrada Crozzano, a ucciderlo sarebbe stato il pentito Savero Cappello); di Bruno Cittadino, (ucciso il 30 luglio del 2008 in via Duca D’Aosta, l’esecutore materiale sarebbe stato il pentito Francesco Vasile); di Nicola Gualtieri, “coccodrillo”, deceduto a dicembre del 2010 dopo essere stato in coma all’ospedale di Catanzaro (l’esecutore sarebbe stato il pentito Luca Piraina mentre alla guida dell’autovettura dei killer quella sera c’era, per sua stessa ammissione, il pentito Francesco Vasile) e di Giuseppe Chirumbolo (freddato la sera del 31 marzo 2010 mentre rientrava a casa in via Salvatore Miceli e anche in questo caso il killer sarebbe stato Francesco Vasile).

Gli imputati erano accusati di aver avuto ognuno un ruolo negli omicidi, in particolare: Vincenzo Arcieri (avrebbe portato sul luogo Pietro Pulice dove poi è stato ucciso); Franco Trovato (avrebbe messo a disposizione un magazzino ai killer di Giuseppe Chirumbolo); Antonio Voci (avrebbe messo a disposizione l’auto utilizzata per l’omicidio di Nicola Gualtieri). Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesco Gambardella e Salvatore Stainano (per Trovato), Vincenzo Galeota (per Arcieri), Luca Cianferoni (per Voci). Contro gli imputati in particolare puntarono il dito diversi collaboratori di giustizia.

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