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La Corte di Cassazione

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LAMEZIA TERME – Quasi tutto confermato. La Cassazione ha, infatti, annullato le condanne con rinvio per alcune posizioni e altre senza rinvio. Per il resto confermate tutte le condanne in uno dei tronconi del processo Perseo relativamente agli imputati che furono giudicati in primo grado dal Tribunale di Lamezia con il rito ordinario. In particolare, annullata senza rinvio, limitatamente alla confisca, la decisione per Franco Trovato. Annullate con rinvio (si dovrà rifare un altro processo in appello) le condanne per Vincenzo Arcieri e Vincenzo Perri (condannato in appello a 4 anni) Annullata senza rinvio (per prescrizione) la condanna per il medico Carlo Curcio Petronio (era stato condannato a 3 anni e 6 mesi con l’esclusione dell’aggravante mafiosa).

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SULL’OPERAZIONE PERSEO

Tutte le altre condanne inflitte in appello, un anno fa, sono state confermate. Questo il pronunciamento della Cassazione per 15 imputati coinvolti nel processo “Perseo”. In primo grado, 21 imputati erano stati condannati a dicembre 2015 (LEGGI LA NOTIZIA) dal Tribunale di Lamezia, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa finalizzato a una serie di truffe alle assicurazioni, ricettazione e possesso di materiale esplodente e, solo due imputati, accusati anche di reimpiego di capitali di provenienza illecita. Il collegio giudicante del tribunale di Lamezia in primo grado condannò con pene per 232 anni di carcere complessivi tutti gli imputati (21) coinvolti nel blitz antimafia “Perseo” coordinato dalla Dda di Catanzaro ed eseguito dalla Squadra mobile di Catanzaro e dalla Guardia di Finanza. L’operazione scattò il 16 luglio 2013 contro 70 imputati alcuni ritenuti esponenti del clan e altri concorrenti esterni.

Le pene (ora confermate dalla Cassazione) in appello erano stata ridotte per Andrea Crapella (6 anni), Giuseppe Grutteria (10 anni), Antonio De Vito (11 anni) Franco Trovato (9 anni), Antonio Donato (9 anni), Antonio Notarianni (5 anni), Eric Voci (3 anni), Antonio Voci (9 anni), Giuseppe Notarianni (6 anni), Carmen Bonafè (3 anni e 4 mesi), Domenico Curcio 2 anni e 8 mesi, il medico Carlo Curcio Petronio, Davide Giampà (5 anni). Per il resto furono confermate le pene di primo grado (confermate ora anche dalla Cassazione) per Antonio Curcio (16 anni) accusato anche di concorso in tentato omicidio, Pino Scalise (4 anni), Fausto Gullo (8 anni) Michele Muraca, (6 anni e 6 mesi).

Gli imputati sono stati condannati a risarcire le parti civili (l’associazione antiracket lametina, la Fai, federazione antiracket italiana, il Comune di Lamezia Terme e la Zurich Insurance). È in corso invece il nuovo processo d’appello (ordinato dalla Cassazione) per 13 imputati che scelsero il rito l’abbreviato.

A luglio 2016, in appello (LEGGI LA NOTIZIA), per chi aveva scelto l’abbreviato, erano state inflitte un ergastolo, una condanna a 30 anni e pene fra i 20 e i 2 anni di carcere oltre a 13 assoluzioni. La Corte d’Appello, infatti, aveva così riformato la sentenza di primo grado emessa dal gup con il rito abbreviato a giugno 2015 quando condannò 20 imputati assolvendone 27. In appello erano state poi 34 le condanne e 13 le assoluzioni per i 47 imputati coinvolti in uno dei tronconi del processo Perseo contro il clan Giampà e la cosiddetta zona grigia. Poi la Cassazione, a gennaio 2017, aveva annullato con rinvio le condanne per 13 imputati che erano stato assolti in primo grado con l’abbreviato e condannati in appello.

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