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Antonio Albi, sindaco di Nocera Terinese

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NOCERA TERINESE (CZ) – Immediata la reazione del sindaco Antonio Albi, pronto ad andare fino in fondo, all’indomani dei provvedimenti restrittivi scaturiti dall’inchiesta Alibante.

Il sindaco ha dato immediatamente corso alla revoca dell’incarico di assessore comunale a Francesco Cardamone, appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri, accusato nell’inchiesta Alibante di «essere venuto a conoscenza delle attività di indagine condotte dal Nucleo investigativo Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme e di aver rivelato notizie che dovevano rimanere segrete a taluni soggetti, ovvero ne agevolava la conoscenza, soggetti che, successivamente, le veicolavano, tramite alcuni sodali della cosca (Carnevale), direttamente al capo cosca Bagalà Carmelo (con il quale il graduato, tra l’altro, è anche legato da rapporti di parentela)».

Considerato che l’assessore Francesco Cardamone è stato attinto da una misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, il sindaco decreta «di revocare il proprio decreto del 13.06.2019 nr. 4291 nella parte in cui nomina ad assessore comunale il sig. Francesco Cardamone, dando atto che la revoca dell’incarico contenuta in detto decreto comporta, conseguentemente, la decadenza della nomina di vicesindaco nonché della responsabilità di uffici e servizi e potere di adottare atti di gestione».

Intanto, da indiscrezioni, si è saputo che all’interno della maggioranza politica consiliare si è aperta una profonda crisi sul condizionamento delle elezioni per l’anno 2018, operato dall’ex sindaco Luigi Ferlaino (ai domiciliari) e da Pasquale Motta, giornalista direttore dimissionario di LaC, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, i quali «entrambi incandidabili» avrebbero organizzato la lista civica “Unità popolare Nocerese” il cui candidato era Massimo Pandolfo, dimessosi dopo qualche mese per le pressioni e i tentativi di condizionamento.

Tutto ciò mentre il boss Carmelo Bagalà commentava «Pasquale vince sicuro». I fattori estorsivi, gli affari lungo la costa dei comuni di Falerna e Nocera Terinese, raccontati nell’inchiesta Alibante dagli inquirenti in modo meticoloso, con innumerevoli intercettazioni telefoniche raccolte nel corso di alcuni decenni, rappresentano un macigno ingombrante per le comunità interessate ma soprattutto per l’amministrazione dell’ingegner Antonio Albi, «definito nelle stesse parole di Pasquale Motta in modo sprezzante come un “purista”, avrebbe dovuto essere un mero prestanome – rileva il gip Marco Ferrante – per garantire al Motta stesso il controllo indisturbato sul governo comunale».

Ed ecco le parole di Motta: «abbiamo un purista noi adesso… non è che… non ha capito che ancora…, un altro poco, …ora si deve piegare… ora lo sto facendo ballare un po’, quando poi siamo con… con… che siamo».

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