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CATANZARO – Sono stati condannati i tre imprenditori catanzaresi, Giuseppe, Antonio e Daniele Lobello, coinvolti lo scorso 21 marzo nell’operazione della Dda di Catanzaro, denominata “Coccodrillo”, che ha portato nove mesi fa gli uomini delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale del capoluogo a notificare un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di sette persone (di cui 1 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) la misura interdittiva per altre tre – tutte persone riconducibili al gruppo imprenditoriale Lobello – oltre al sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 50 milioni di euro.

Inchiesta, questa, che avrebbe svelato presunti intrecci tra il gruppo imprenditoriale Lobello e la ‘ndrangheta (presumibilmente con i Mazzagatti di Oppido Mamertina e con gli Arena e i Grande Aracri di Crotone), facendo luce su un intricato meccanismo di intestazione fittizia di beni, realizzato – secondo quanto appurato dagli inquirenti – attraverso un sistema di società, formalmente intestate a terzi, ma controllate e gestite dagli stessi, per sottrarre il proprio patrimonio aziendale all’adozione di prevedibili misure di prevenzione antimafia.

Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro Matteo Ferrante, ha inflitto nei confronti degli imprenditori – che avevano scelto il rito abbreviato – una condanna ad 8 anni e 10 mesi di reclusione per Giuseppe, detto Pino Lobello (classe 1970), mentre per Antonio (classe 1949) e Daniele (classe 1974) Lobello, la condanna inflitta è di 4 anni, 8 mesi di reclusione e 8 mila euro di multa.Inoltre il Gup ha anche disposto nei confronti di Giuseppe Lobello le pene accessorie dell’incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per la durata di 5 anni, dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per l’intera durata della pena.

Sottoposte a confisca le società Strade Sud srl, con sede a Simeri Crichi, il capitale sociale della Marina Cafè srl con sede a Catanzaro Lido e relativo complesso dei beni aziendali, del Consorzio Stabile Genesi, con sede a Catanzaro e relativo complesso dei beni aziendali e del Consorzio Stabile Zeus, con sede a Simeri Crichi e relativo complesso dei beni aziendali.

I tre imputati rispondono, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, estorsione e favoreggiamento reale.

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