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Un'aula di tribunale

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – A maggio 2020 in primo grado era stato condannato dal tribunale di Lamezia a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per corruzione elettorale. Ora in appello è stato assolto “perchè il fatto non sussiste”.

Questo il giudizio di secondo grado nei confronti dell’ex consigliere comunale e vicepresidente del civico consesso di Lamezia, Giuseppe Paladino (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere) tra l’altro dichiarato incandidabile dalla Cassazione per la sua posizione (nell’ambito dell’inchiesta antimafia Crisalide). Ma ora è stato assolto in appello (Paladino era stato condannato in primo grado in relazione all’accusa di aver chiesto l’appoggio elettorale alla cosca Torcasio alle comunali del 2015  e questo fu uno dei motivi dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiose). 

La Corte d’Appello, per altre accuse ha assolto (perchè il fatto non costituisce reato) anche Francesca Antonia De Biase (in primo grado condannata a 3 anni e 6 mesi) e Flavio Bevilacqua (condannato a 9 anni in primo grado).

Sono state, invece, confermate le condanne e rideterminate le pene per Giuseppe Costanzo, da 14 anni a 11 anni; da 15 anni  a 10 anni per Piero De Sarro e da 14 anni a 10 anni e 9 mesi nei confronti di Danilo Fiumara (assolto per altri capi con esclusione dell’aggravante mafiosa). La sentenza riguarda il processo d’appello Crisalide” nei confronti dei sei imputati che scelsero il dibattimento (altri 52 imputati sono stati giudicati con il rito abbreviato).

Gli imputati (a parte Paladino) a vario titolo, erano accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, armi, esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina.

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