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L'interno del Teatro Grandinetti

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LAMEZIA TERME – Sfocia anche in undici avvisi di garanzia la protesta per il teatro Grandinetti chiuso. Nell’ultimo anno dopo il commissariamento del Comune, infatti, tante sono state le proteste, in particolare contro la chiusura dei teatri e degli impianti sportivi per inagibilità. E ora non manca qualche guaio per chi ha partecipato a una manifestazione di protesta in questo caso relativa alla chiusura del teatro Grandinetti. La Procura della Repubblica, al termine delle indagini dei carabinieri, ha emesso undici avvisi di garanzia con contestuale avviso di conclusioni indagini per undici persone, tra cui tre ex consiglieri comunali.

La vicenda riguarda una manifestazione (con occupazione del teatro Grandinetti nonostante fosse chiuso) che si tenne il 7 giugno scorso all’esterno e all’interno del teatro. La protesta scattò dopo che tre giorni prima dell’avvio della stagione dei saggi di danza, previsti dal 10 giugno, che interessava 15 scuole di danza il Comune comunicava alle associazioni l’indisponibilità del teatro per mancanza del certificato di agibilità. A protestare contro la chiusura del teatro le associazioni di danza della città che dovevano utilizzare il teatro Grandinetti. Alla fine le associazioni riuscirono comunque a tenere i saggi di danza al teatro Grandinetti dopo la protesta, poi il teatro è stato nuovamente chiuso.

Tra l’altro, proprio i saggi di danza sono state le ultime iniziative che si sono tenute al Grandinetti. Ma per quella protesta è arrivato l’avviso di conclusioni indagini per tre ex consiglieri comunal, Francesco Ruberto, Massimo Cristiano e Domenico Gennaro Gianturc, oltre che nei confronti di Tonino Sirianni, Federico Grandinetti, Sergio Servidone, Rosy Pagnotta, Vincenzo Popello, Pasquale Valentino, Michele Torcasio e Aldo Gramuglia.

A tutti gli indagati viene contestato di aver invaso arbitrariamente il teatro Grandinetti di proprietà del Comune di Lamezia Terme. A Gianturco e Ruberto anche l’accusa di aver promosso una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico senza darne preventivo avviso all’autorità di Ps. In particolare mediante l’uso del megafono davano indicazioni sulla modalità della protesta in atto svoltasi all’esterno e all’interno del teatro. Sirianni e Grandinetti sono accusati di aver utilizzato un martello e un coltello a serramanico danneggiando il portone d’ingresso del teatro Grandinetti.

L’avvocato Armando Chirumbolo nell’interesse dei suoi assistiti (tutti, tranne Federico Grandinetti difeso dall’avvocato Michele Cerminara) ha depositato memorie difensive con le quali gli indagati contestano ogni addebito a loro carico ed ha richiesto per gli stessi interrogatorio di garanzia.

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