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Il luogo dell'incidente

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LAMEZIA TERME – C’è un’inchiesta in corso per l’operaio caduto da una impalcatura al quartiere Cafaldo e che purtroppo nel corso della notte è deceduto.

Il cantiere, infatti, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri che dovranno accertare la causa della caduta dell’operaio e, soprattutto, se il cantiere era autorizzato e se erano rispettate le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Franco Muraca di 56 anni, (questo il nome della vittima) giovedì scorso è precipitato al suolo battendo la testa mentre era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un’abitazione.

A causa delle sue gravi condizioni, è stato poi trasferito all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro dove è deceduto.

L’attacco della Cgil

Sull’incidente è intervenuto il segretario generale Fillea-Cgil Enzo Scalese, secondo il quale l’incidente del lavoratore caduto da un’impalcatura, in un cantiere per dei lavori di ristrutturazione di un’abitazione a Lamezia Terme, «pone ancora e per l’ennesima volta ed è importante ribadirlo, l’aumento degli infortuni sui luoghi di lavoro e nell’attesa di conoscere la dinamica dell’infortunio, sul rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, per l’ eventuali responsabilità, che saranno comunque individuate dagli organi preposti che anche in questa occasione sono intervenuti per i rilievi del caso. Questo ultimo avvenimento – aggiunge Scalese – rappresenta un pericoloso segnale di vulnerabilità del sistema di prevenzione, che come sindacato ormai da tempo stiamo denunciando e non possiamo permetterci di trascurare. Le più avanzate ricerche sullo sviluppo della lotta agli infortuni hanno dimostrato che, una volta messi in campo tutti gli interventi tecnici e organizzativi, quello che non può essere annullato è il rischio residuale dovuto all’errore umano».

La Fillea-Cgil chiede pertanto con fermezza «un impegno per non fermarsi alla troppo semplice ricerca dell’errore umano, individuando solo nei “comportamenti” dei lavoratori coinvolti le uniche cause che hanno portato al verificarsi degli eventi. La colpevolizzazione di chi è vittima dell’infortunio e inaccettabile. Nasconde la verità dei fatti, omette le responsabilità datoriali, contraddice palesemente gli sforzi fatti in passato e richiede pertanto la necessità di riaprire un serio confronto con le imprese e degli enti preposti alla prevenzione, su dei punti imprescindibili, sul ruolo della formazione, le forme di partecipazione e di coinvolgimento dei lavoratori sulle scelte organizzative, il benessere lavorativo e la responsabilità sociale di impresa. La sicurezza sui luoghi di lavoro, con le sue forme di prevenzione e di controllo – conclude – devono essere sempre migliorate ed intensificate con l’applicazione delle norme vigenti , al fine di evitare che tali eventi possano verificarsi».

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