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Una vaccinazione

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CATANZARO – Prima la chiusura dei centri periferici per le vaccinazioni quindi, da circa un mese, la sospensione del servizio per l’emergenza Covid-19, ma senza che risulti un atto ufficiale che ne dichiari l’interruzione. Dalla metà di marzo, infatti, nessun bambino può essere vaccinato a Catanzaro e in provincia e non è ancora chiaro quando il servizio potrà essere ripristinato.

Ieri, dopo la segnalazione di diversi genitori, abbiamo composto i numeri per chiedere una prenotazione nelle strutture di Catanzaro o Catanzaro lido. Dall’altra parte del telefono la voce di una donna non lascia dubbi: «Ci lasci il nome del bambino, la richiameremo quando il servizio sarà ripristinato». Il perché dell’interruzione è presto detto: «Prima devono effettuare i tamponi a noi e ci devono fornire i dispositivi di protezione – spiega l’addetta – poi riprenderemo con i vaccini». Una sorta di ammutinamento o, comunque, di autotutela che non tiene conto del disservizio agli utenti.

Dunque, un intervento fondamentale come quello delle vaccinazioni è sospeso da un mese, ma nessuno è intervenuto e, men che meno, è stato emesso un atto che ufficializzasse questa interruzione da parte del Dipartimento salute della Regione Calabria.

Completamente inevasa, dunque, la legge approvata definitivamente il 2017, con l’obiettivo di innalzare i livelli di copertura vaccinale che erano diventati troppo bassi per molte vaccinazioni. La legge, tra l’altro, ha previsto che siano dieci quelli obbligatori, ma evidentemente non è così in provincia di Catanzaro e nell’attuale momento di emergenza vissuto in tutta Italia dove, invece, tutto funziona regolarmente persino nelle “aree rosse” per la diffusione del virus.

Alcuni utenti hanno anche informato il Comune di Catanzaro, capofila per i servizi socio-sanitari, ricevendo come risposta la volontà dell’amministrazione di intervenire presto per ottenere spiegazioni e sbloccare le vaccinazioni.

I problemi più critici riguardano i neonati, chiamati a vaccinarsi contro particolari malattie e rimanendo, invece, completamente scoperti. Molti i pediatri che in questi giorni hanno lamentato questa grave carenza, in alcuni casi è stata offerta anche la disponibilità a garantire il servizio nei propri studi, ma si tratterebbe di una soluzione tampone e anche difficilmente percorribile per la fornitura degli stessi vaccini.

La scorsa estate, i tagli al personale e ai servizi avevano portato alla chiusura dei centri di vaccini dislocati nei poli ambulatoriali distribuiti sul territorio. Inutili le proteste di utenti e amministratori locali, con l’Azienda sanitaria provinciale che proseguì per la sua strada garantendo che il servizio sarebbe stato offerto e organizzato nelle sedi centrali. Pochi mesi dopo l’amara scoperta che il diritto a vaccinarsi è stato cancellato senza preavviso, senza una comunicazione ufficiale, ma per la decisione autonoma di qualcuno che ha tenuto conto dei propri rischi per la salute, ma non di quelli di tanti bambini.

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