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L'ospedale "Pugliese" di Catanzaro

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CATANZARO – Si allunga la scia di morte a causa del coronavirus in Calabria, dopo la vittima registrata oggi nel Cosentino (LEGGI) si aggiunge il decesso numero 108. Si tratta del primo caso di morte per un operatore sanitario in Calabria.

La vittima è una infermiera di 56 anni, Annamaria C., che prestava servizio nell’Unità Breast Unit  dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Secondo quanto emerso, la donna era risultata positiva al coronavirus, ma soffriva già di alcune gravi patologie pregresse. Un insieme che non le avrebbe lasciato scampo.

Circa sei mesi fa aveva subito un trapianto di reni per il quale assumeva farmaci immunosoppressori, ma stava bene prima del contagio da Sars-Cov2, avvenuto fuori dall’ambiente ospedaliero.

L’infermiera era ricoverata nel reparto di terapia intensiva del Policlinico universitario di Catanzaro.

La donna era residente a Girifalco. Il sindaco Pietrantonio Cristofaro ha espresso il cordoglio di tutta la comunità: «Un dolore immenso colpisce oggi la nostra comunità. Il Covid 19 ha portato via una nostra giovane concittadina: la donna, ricoverata nei giorni scorsi affetta anche da altre patologie, è deceduta stamattina. Ai suoi cari va tutta la vicinanza della comunità di Girifalco in questo momento di profondo dolore ed immensa tristezza».

Anche l’Azienda ospedaliera dove lavorava Annamaria C. ha immediatamente espresso cordoglio al marito e alla famiglia della dipendente che «si è sempre distinta – è scritto nella nota della Direzione aziendale – per cortesia, signorilità e professionalità, doti per le quali era stata preposta a curare personalmente i contatti telefonici del numero unico dedicato alla Breast Unit ed a coordinare le visite delle pazienti bisognevoli di apporto plurispecialistico (chirurgico, radiologico, oncologico, radioterapico)».

L’Azienda ha inoltre precisato che «la dipendente era assente dal servizio sin dal 3 ottobre ed aveva comunicato la positività al Covid solo in data 15 ottobre, a seguito del tampone effettuato dall’Asp il giorno precedente, per la comparsa di sintomatologia ed abitando la stessa in zona a rischio; nonostante il significativo periodo intercorso dalla sua ultima presenza in ospedale (oltre 10 giorni) si è, comunque, provveduto a sottoporre a tampone diagnostico tutto il personale della Breast Unit, con esito negativo».

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