X
<
>

Un gruppo di studenti a scuola

Condividi:
4 minuti per la lettura

CATANZARO – “Entro anch’io, no tu no, sei calabrese!”. La semi citazione dell’irriverente brano di Enzo Jannacci potrebbe essere messa in diffusione dalle porte di moltissime scuole calabresi. E questo accade perché mentre l’Italia apre – ieri il governo Draghi ha annunciato il provvedimento scolastico più “aperturista” da mesi a questa parte – la Calabria continua, diffusamente, a chiudere. Le nuove misure del Governo prevedono che dal prossimo 26 aprile si allargherà ulteriormente la platea di alunni a scuola rispetto a quanto già previsto nelle riaperture post pasquali. Seconde e terze medie saranno in presenza al 100% nelle zone arancioni e gialle mentre le scuola superiori frequenteranno tra il 50% ed il 100% anche in zona arancione. La zona rossa prevede invece la didattica a distanza per le seconde e terze medie oltreché per le superiori.

LA CALABRIA CONTINUA A CHIUDERE LE SCUOLE

Nonostante il quadro nazionale vada verso l’apertura, in Calabria si continua ad assistere quotidianamente a chiusure di interi istituti o singoli plessi. E questo sta accadendo sistematicamente anche da dopo Pasqua, quando in realtà il Governo aveva dato il via libera al ritorno in presenza, anche in zona arancione, fino alla prima media.

Le variabili in gioco sono molteplici. L’indice di contagio e i casi quotidiani in Calabria sono ancora molto elevati. Si paga inevitabilmente lo scotto di arrivare sempre dopo sulle ondate. Il vero dilagare della variante inglese, come nell’ondata autunnale e nella limitata ondata dello scorso anno, è arrivato con qualche settimana di ritardo rispetto ad altre Regioni italiane che ora sono in rampa di lancio per tornare zona gialla. In Calabria, invece, permane un tendenziale e costante affanno delle strutture ospedaliere, della medicina territoriale e del sistema di tracciamento.

Questo mix di ingredienti spinge i primi cittadini a decidere, come primo provvedimento, di chiudere le scuole. Nella provincia di Catanzaro si sono registrate due tendenze. La prima è quella di una chiusura delle scuole giustificata da focolai localizzati, sebbene slegati dagli ambienti scolastici. È il caso di Magisano, dove un focolaio che ha interessato qualche famiglia sta tenendo chiuse le scuole da due settimane.

La seconda tendenza degli ultimi giorni è invece quella legata alle chiusure dettate dai contagi interni alle scuole. È quello che è accaduto a Borgia, Squillace, Simeri Crichi, Cropani. Rispetto a tutto questo pesa anche lo stop forzato delle vaccinazioni del personale scolastico, che era una categoria che proseguiva già a rilento prima dell’indicazione di somministrare AstraZeneca agli over 60.

LE DIFFICOLTÀ DI TRACCIAMENTO PERMANGONO?

Questa situazione fa riemergere dalle tenebre – da cui invero è sempre stata avvolta – la nota del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp del capoluogo che aveva chiuso il rondò “genitori-Comune di Catanzaro-Tar” nel mese di marzo. Qualche giorno prima di Pasqua, la nota parlava di “forte preoccupazione delle conseguenze disastrose che potrebbero verificarsi a causa di un significativo incremento dei soggetti positivi, per l’enorme difficoltà di avviare continue e tempestive attività di contact tracing, visto l’esiguo numero di personale di cui dispone l’Ufficio scrivente”.

Ci si poneva inoltre l’obiettivo di voler “evitare la completa saturazione delle strutture sanitarie cittadine”. Infine si esprimeva forte preoccupazione per la diffusione di nuove varianti. A quasi un mese di distanza, la nota dell’Asp sembra essere, quasi in tutto, una Sibilla, nonostante dall’Azienda si tenti di sminuire la portata della nota, negando l’esistenza di difficoltà attuali. Oggi il laboratorio di Microbiologia e Virologia del Pugliese ha confermato che la variante inglese è dominante, con circolazione pari all’86%, le strutture sanitarie sono state più che sature (il Pugliese ha ospitato per giorni 64 pazienti covid sui 60 posti disponibili), il tracciamento nelle scuole continua ad essere fortemente intempestivo ed al più demandato all’impegno dei sindaci. Una sola cosa non corrisponde alla realtà dei fatti. La nota dell’Igiene Pubblica, che ha il compito di seguire le scuole, parlava infatti di “esiguo numero di personale”.

Proprio qualche settimana fa, però, l’Asp di Catanzaro ha pubblicato il suo piano triennale del fabbisogno del personale e si può prendere atto che l’Igiene Pubblica, eccezion fatta per lievissime carenze nel ruolo tecnico, è costantemente in sovrannumero in tutti i settori. Eppure, tutto si è determinato nonostante gran parte delle scuole siano rimaste chiuse quasi sempre in tutte queste settimane e continueranno a farlo. Non sarà che le responsabilità vadano ricercate altrove?

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE