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L'ospedale "Pugliese" di Catanzaro

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BOTRICELLO (CATANZARO) – Il 18 maggio gli è stato inoculato il vaccino Astrazeneca, una settimana dopo è finito in fin di vita in un letto dell’Unità di terapia intensiva cardiologica. È il dramma vissuto da un uomo di soli 45 anni, con una possibile leggerezza nell’anamnesi effettuata prima della somministrazione.

Lui è un agente della Polizia locale di Botricello, ha 45 anni e fino al 18 maggio scorso non aveva avuto problemi di salute di particolare gravità. Oggi, invece, è ricoverato nel reparto Utic dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro con la prognosi riservata per un infarto e diverse trombosi in tutto il corpo.

Nonostante le perplessità espresse da tempo, l’uomo ha effettuato la prenotazione e si è recato nel centro vaccinale di Catanzaro lido. Con sé aveva l’autocertificazione nella quale dichiarava di soffrire, tra l’altro, di colesterolo alto e di avere i valori dell’omocisteina elevati, come risultato dalle analisi del sangue effettuate appena quattro giorni prima.

Il medico che lo ha sottoposto all’anamnesi prima del vaccino ha ritenuto, però, di procedere comunque con la somministrazione di Astrazeneca, nonostante l’uomo avesse espresso le sue perplessità, come raccontato dalla moglie che lo aveva accompagnato.
Dal giorno dopo sono iniziati i classici sintomi post vaccino, con febbre alta e dolori vari, ma il 26 maggio, una settimana dopo, il quarantacinquenne è stato colto da infarto e, come appurato dai medici ospedaliere, anche da diversi trombi. Una condizione di particolare gravità, al punto che la sua vita è ancora appesa ad un filo.

Questo racconto drammatico è stato ricostruito, ieri, in una denuncia querela presentata dalla moglie e dalla sorella dell’uomo alla Questura di Catanzaro. Al personale dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico le due donne hanno raccontato le incongruenze evidenziate nella storia del loro congiunto. Partendo dalla inopportunità di inoculare un vaccino come quello di Astrazeneca che, tra i possibili effetti collaterali, evidenzia proprio quelli di infarto e trombosi.

Il racconto delle due donne racchiude tutto il senso di impotenza davanti ad una situazione che è precipitata in pochi giorni.

«I medici dell’ospedale – hanno raccontato le due donne – hanno riferito che la sua vita è appesa a un filo a causa della presenza di numerose trombosi in tutto il corpo. Presumiamo che l’infarto che lo ha colpito sia dovuto alla somministrazione del vaccino Astrazeneca che, a causa delle sue patologie, non gli doveva essere somministrato».

Per questo, i familiari del quarantacinquenne hanno deciso di presentare una formale denuncia contro ignoti, con l’obiettivo di verificare se quel vaccino doveva essere somministrato nonostante i riscontri evidenziati nelle analisi fornite al medico. I familiari dell’uomo si sono affidati all’avvocato Salvatore Iannone per seguire passo dopo passo la vicenda, chiedendo che possa essere fatta chiarezza su quanto accaduto.

«Dobbiamo ringraziare il personale sanitario del Reparto di cardiologia Utic per il grande lavoro che stanno facendo dal 26 maggio, giorno del ricovero, nel tentativo di salvargli la vita. Chiediamo che sia fatta chiarezza e che sia ricostruito l’iter di vaccinazione perché riteniamo – hanno aggiunto – che i parametri evidenziati nell’autocertificazione avrebbero dovuto sconsigliare l’utilizzo di quel tipo di vaccino».

Intanto, l’intera comunità di Botricello è sotto shock. L’uomo è molto conosciuto vista anche la sua attività lavorativa, è stimato e ben voluto da tutti, e l’accaduto ha gettato una intera popolazione nello sconforto, considerato che il virus ha già portato nove vittime nella cittadina, alcune delle quali giovanissime.

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