X
<
>

L'ospedale "Pugliese" di Catanzaro

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Uno dei due pazienti che da Bergamo sono stati trasferiti nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro è stato estubato. Lo riferisce, all’Ansa, la dottoressa Anna Maria Scozzafava del reparto Anestesia e rianimazione dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”.

«L’altro paziente – ha aggiunto Anna Maria Scozzafava – è sottoposto allo svezzamento weaning dalla ventilazione, ma ad oggi è ancora collegato al ventilatore. Confidiamo in un miglioramento per poter fare a meno della ventilazione meccanica».

Ai due pazienti provenienti dalla Lombardia, ha aggiunto la dottoressa, «è stata somministrata la terapia che già seguivano a Bergamo, impostata secondo linee guida nazionali ed internazionali che noi abbiamo proseguito».

«Anche i nostri pazienti vengono sottoposti a terapia con gli stessi farmaci che si utilizzano a Milano, a Torino, – assicura Scozzafava – seguendo le linee, che non sono protocolli di nessuno, ma sono state codificate dalle varie società scientifiche accreditate nell’ambito europeo, ma anche canadesi, americane, cinesi e giapponesi, che concordano tutte nell’utilizzo di questi farmaci retrovirali che furono sintetizzati per patologie No-Covid e che si suppone possano dare un aiuto, ma sappiamo benissimo che il Covid-19 è tutt’altro rispetto a quello che hanno caratterizzato le grosse epidemie e pandemie passate».

Si tratta di antivirali che sono stati sintetizzati per l’Ebola, la Sars, la Mers, l’H1N1, «forniti come grano vitale – spiega la dottoressa – per tentare di aiutare tutti i pazienti, ma non sono specifici per il Covid».

I due pazienti di Bergamo resteranno in terapia intensiva fino a che non si otterrà un miglioramento clinico tale da garantirne il trasferimento in reparti di degenza non rianimatori. Reparti sempre Covid, come il reparto di Malattie infettive dello stesso “Pugliese” diretto dal dottore Lucio Cosco che ha già dato disponibilità. Per il trattamento terapeutico dei due pazienti provenienti da Bergamo, ha sottolineato la dottoressa Scozzafava, «non è stato usato il Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide» che, invece, viene somministrato su tre pazienti, diversi dai due pazienti della Lombardia, «anche perché la regione risulta esserne sprovvista, non solo la Calabria». Per il Tocilizumab è stata già inoltrata richiesta nominativa per tutti i pazienti di Covid.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE