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Una immagine scattata su un bus stracolmo che viaggia tra Crotone e Catanzaro

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CATANZARO – E’ la storia che si ripete da anni: quella dei pendolari ammassati negli autobus che ogni giorno, all’alba, percorrono le strade che dalla provincia conducono a Catanzaro. Ma ad aggravare tutto questo è il mancato rispetto delle normative anti Covid-19, quelle che vorrebbero il distanziamento sociale con l’uso dei mezzi di trasporto pubblico all’80% della capienza.

Ogni mattina, invece, gli autobus delle autolinee private in convenzione e delle Ferrovie della Calabria partono stracolmi dai paesi per raggiungere il capoluogo. A bordo studenti e lavoratori che a partire dalle 8 raggiungono Catanzaro dopo avere viaggiato in condizioni assurde.

Ieri sono stati due gli episodi inquietanti: sulla tratta Crotone Catanzaro i bus della società Romano erano ancora una volta oltre il limite consentito. Proteste dei pendolari, lamentele, foto evidenti delle violazioni, ma nessun provvedimento. A Catanzaro, invece, un pullman delle Ferrovie della Calabria in servizio sulla tratta Soveria Simeri Catanzaro ha preso fuoco durante il viaggio di ritorno. Per i pendolari solo tanto spavento e fumo denso e acre, con la sosta immediata dell’autista che ha evitato ulteriori conseguenze.

È la storia che si ripete. Che ha coinvolto diverse generazioni di studenti e lavoratori, ma che oggi assume il sapore della beffa. Mentre in passato i disagi scatenavano la protesta degli utenti e rimanevano “nascosti” nelle strade di paese, oggi bisogna fare i conti con la necessità di evitare la diffusione dei contagi per una pandemia che si è fatta più ossessiva anche in Calabria.

A nulla è servito, finora, anche l’ultimo Dpcm varato dal premier Giuseppe Conte e dal suo Governo. L’idea di fare slittare l’apertura delle scuole superiori alle 9 non si concilia per nulla né con l’organizzazione impressa dai dirigenti scolastici, né con la qualità del servizio di trasporto pubblico.

I dirigenti attendono indicazioni ministeriali su come riorganizzare gli orari di ingresso, confermando la precedente gestione; il trasporto pubblico non ha adeguato gli obblighi previsti dal decreto, lasciando invariate il numero delle corse e, di conseguenza, le possibilità per i pendolari di gestire diversamente le partenze per il capoluogo.

Il risultato è evidente ed è lo stesso registrato nel primo mese di scuola: autobus stracolmi ed esposizione pericolosa al contagio. D’altronde, anche prima dell’ultimo Dpcm nessuno aveva pensato di aumentare il numero delle corse. Un’equazione ovvia, se si considera che gli autobus hanno sempre viaggiato anche oltre il limite e che, ora, dovrebbero utilizzare l’80% della loro capienza.

Dopo il principio d’incendio avvenuto ieri sul bus delle Ferrovie della Calabria, che ha testimoniato la presenza di autobus troppo vecchi, solo il sindaco di Soveria Simeri, Amedeo Mormile, ha preso una posizione netta: «Purtroppo, le condizioni del trasporto pubblico stanno presentando gravi criticità in ordine all’osservanza delle misure di contenimento per il covid-19 – ha affermato -soprattutto per quanto concerne la necessaria riduzione della capienza a bordo che costringe ad un impiego straordinario dei mezzi disponibili a fronte di un parco macchine, per numero e condizioni d’uso, non all’altezza della situazione. Le stesse Ferrovie della Calabria – ha aggiunto – informano che in tempi ragionevolmente celeri, grazie all’intervento di Regione e Governo, stanno per implementare il loro parco macchine con nuovi autobus di prossima consegna».

Tradotto: nessuno ha pensato prima di dover potenziare un servizio che è sempre stato insufficiente. Nemmeno la pandemia ha insegnato qualcosa di utile.

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