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Il presidente della Regione Oliverio durante la seduta in Corte dei Conti

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CATANZARO – Inadempienze, ritardi, mancato rispetto delle normative, trasparenza limitata e poche, pochissime novità. La Corte dei conti delinea ancora una volta un quadro difficile per il bilancio della Regione Calabria nel corso della seduta relativa alla parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015.

LA REPLICA DI OLIVERIO ALLA RELAZIONE

Alla presenza del governatore Mario Oliverio, del vicepresidente Antonio Viscomi e di diverse autorità politiche, civili e militari, le relazioni della magistratura contabile hanno delineato un quadro per nulla positivo, anche se nella sua replica il presidente Oliverio ha chiesto di prendere atto dello “sforzo profuso per recuperare il disavanzo di bilancio”, oltre ai “notevoli sforzi per portare la gestione del personale e i suoi costi nella normalità”.

QUEI FONDI RESTITUITI

Tra le criticità evidenziate, anche quella relativa al fatto che la Regione Calabria ha restituito allo Stato l’importo complessivo di 2.693.000 euro per non avere effettuato spese vincolate a favore del diritto allo studio, degli studenti anche disabili e del diritto al lavoro dei disabili. La notizia arriva nel giorno in cui la Corte dei conti ha tenuto la Il grave danno agli studenti e ai disabili è stato reso noto con la relazione del consigliere della Sezione regionale di controllo per la Calabria, Massimo Balestrieri, che ha analizzato la restituzione dello somme allo Stato.

Nello specifico i fondi rispediti indietro riguardano: 1.524.000 euro destinati all’attuazione degli interventi per il diritto allo studio; 550.000 euro destinati ai contributi e benefici a favore degli studenti, anche con disabilità; 619.000 euro per il diritto al lavoro dei disabili. Il consigliere relatore ha evidenziato che “la Regione non è stata in grado di gestire le risorse provenienti dallo Stato e destinate a studenti, anche con disabilità e al diritto al lavoro dei disabili”.

L’assessore regionale alla Scuola, Federica Roccisano, ha successivamente affermati: «È opportuno chiarire che i fondi destinati agli studenti con disabilità e restituiti cui si fa riferimento nella relazione di accompagnamento al giudizio di parifica della corte dei conti, afferiscono al 2014 e che pertanto sono riconducibili alla responsabilità della precedente giunta regionale». 

SPESE FOLLI PER LE PARTECIPATE

Notizie per nulla positive anche rispetto alle società e degli enti strumentali della Regione Calabria. Non solo, infatti, non hanno ridotto le spese generali di almeno il 10 per cento, come previsto dall’obbligo di contenimento della spesa, ma hanno sforato di diversi punti percentuali. Ad evidenziare le incongruenze è stata la relazione del giudice referendario della Corte dei conti, Elisabetta Usai. Secondo i dati in possesso della magistratura contabile, c’è chi ha incrementato notevolmente i costi. In cima a questa graduatoria per nulla positiva c’è l’Aterp di Vibo Valentia con un aumento della spesa pari al 56,76 per cento. A seguire l’Aterp di Cosenza (+44,64%), l’Ardis (+13,17), l’Aterp di Reggio Calabria (+7,78), l’Arsac (+1,63).

LEGGI LA RELAZIONE INTEGRALE 
DEL PRESIDENTE MARIO OLIVERIO

Di contro, sono stati evidenziati i risultati positivi raggiunti da Arcea, Arpacal, Calabria Verde, Calabria Lavoro e Aterp di Crotone, tutti con una riduzione superiore al 10 per cento. Leggermente inferiore il dato dell’Aterp di Catanzaro, con un meno 7,69 per cento. La relazione ha posto in risalto anche l’incremento della spesa per il personale, rispetto al 2014, relativa a Calabria Verde e, in tono minore, Aterp di Reggio Calabria e Catanzaro, mentre Calabria lavoro ha quasi raddoppiato questa voce per l’assorbimento del personale dell’Ardis. Il giudice referendario ha sottolineato diverse inadempienze nel controllo e nella gestione delle società e degli enti strumentali della Regione, compresa la mancata pubblicazione dei compensi agli amministratori e agli organi di controllo delle società partecipate, mentre ha ribadito “un quadro problematico” rispetto alle perdite delle partecipate, “ancora caratterizzato da risultati di esercizio negativi (in alcuni casi fortemente)”.

Su questo aspetto il presidente Oliverio ha voluto affermare, con forza, “il cambio di passo attuato nella gestione e nel controllo degli enti strumentali”, ricordando gli atti approvati in tal senso dalla Giunta da lui guidata e le note vicende giudiziarie che hanno interessato molti di questi enti. “Con i commissariamenti – ha aggiunto il governatore – abbiamo riportato alla luce il controllo di situazioni di vario genere e natura”. In questa direzione, Oliverio ha sottolineato tre obiettivi da perseguire: riduzione degli enti, sostenibilità economica e riqualificazione dei servizi.

Il rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 è stato parificato dalla Corte dei conti della Calabria, anche se con rilievi, dal momento che emergono diverse anomalie su cui la magistratura contabile ha posto l’accento nelle diverse relazioni presentate oggi nel corso dell’udienza che si è svolta a Catanzaro.

PERSONALE E DEBITI FUORI BILANCIO

Rispetto ai debiti fuori bilancio e ai pignoramenti, il consigliere Massimo Balestrieri ha denunciato la duplicazione di alcuni pagamenti a titolo di compensi professionali, oltre a vincoli di cassa per procedure esecutive presumibilmente estinte, ma anche l’assenza di comunicazioni da parte dei Dipartimenti interessati. Una situazione di non chiarezza, dunque, nei conti della Regione, al punto da richiamare in diversi aspetti contabili delle “gravi criticità” e un “forte ritardo nella programmazione e realizzazione degli investimenti”. Criticità che emergono anche nella spesa del personale non assunto a tempo indeterminato, ritenuta in costante aumento. Anche il giudice referendario Michela Muti ha segnalato diversi problemi nel sistema dei controlli interni alla Regione, a partire dai ritardi con cui vengono approvati gli atti ad essi relativi.

I TAGLI AI TRASPORTI

Temi ripercorsi nella relazione del presidente della Sezione regionale di controllo per la Calabria, Tommaso Salomone, che nell’analizzare ogni aspetto del Rendiconto generale ha portato alla ribalta diverse anomalie. Come quelle relative al trasporto pubblico locale, per il quale il presidente Salomone ha evidenziato “la difficoltà di operare con criteri di efficienza”. Davanti alla programmazione da attuare per il settore attraverso il Piano dei servizi di trasporto pubblico locale e del trasporto ferroviario regionale, la Regione Calabria ha scelto la strada meno redditizia dal punto di vista dei servizi. Il Piano approvato nel 2013, infatti, “risulta per lo più basato sull’aumento delle tariffe vigenti e l’abolizione delle agevolazioni tariffarie, con contemporanea soppressione – è scritto nella relazione – dei servizi delle linee extraurbane, riduzione dei servizi urbani, chiusura di linee ferroviarie regionali e riduzione delle fermate di Trenitalia”. In poche parole, anziché tentare di “modernizzare il settore” si è scelta la strada più breve degli aumenti e dei tagli dei servizi”.

PATRIMONIO SCONOSCIUTO

Patrimonio immobiliare quasi sconosciuto, con troppi dubbi e incongruenze, al punto da spingere il procuratore regionale della Corte dei conti, Rossella Scerbo, a chiedere alla Regione Calabria di “affrettarsi nell’adottare un nuovo regolamento di contabilità”. Nella requisitoria presentata oggi, il procuratore ha sottolineato diverse anomalie che l’anno spina a chiedere una parificazione del Rendiconto con alcuni rilievi. Nella relazione, Scerbo ha puntato il dito su “incertezze” e “rischi per gli equilibri di bilancio”, legati alla poca chiarezza e alla scarsa corrispondenza dei dati alla realtà dei fatti. Per iniziare il percorso di messa a norma del bilancio, la Regione ha dovuto adottare dei piani di rientro che, ovviamente, hanno impegnato i bilanci futuri anche con un “peso non indifferente degli ammortamenti”.

Nell’analisi del procuratore sono emersi: un aumento del numero dei dirigenti, il superamento del tetto di spesa per le assunzioni con lavoro flessibile, una imponente mole di contenziosi non chiariti. Rispetto al patrimonio dell’Ente è emersa, ancora una volta, una drammatica carenza legata alla “non completa inventariazione” che è stata definita dal procuratore come “un preoccupante deficit conoscitivo”. In questa direzione è stato segnalato anche il rischio che possano esserci “immobili detenuti da terzi, a vario titolo, magari con il rischio di un’usucapione, senza che la Regione ne ricavi un’entrata”.

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