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COSENZA – È nata. Il parto non è stato facilissimo visto che la legge regionale che la istituiva risale a più di un anno fa (LEGGI LA NOTIZIA), ma da ieri i calabresi hanno la loro Autorità idrica. Un’authority con funzioni direttive di controllo di tutto il servizio idrico integrato. La speranza è che questo nuovo organismo, che sarà chiamato a individuare il soggetto gestore di tutto il servizio, riesca a colmare le tante lacune che caratterizzano il settore calabrese.

Ovviamente non si tratta di una rivoluzione, ma semplicemente dell’applicazione di una gestione ordinata del settore idrico che in Calabria non si è mai potuta realizzare. Basti pensare che era il 1997 (avete letto bene) quando la Regione Calabria emanava la legge numero dieci dal titolo “Norme in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall’inquinamento”.

Il succo della legge, negli articoli 39, 40 e 41, era quella di istituire gli Ato, ambiti territoriali ottimali, che avrebbero dovuto gestire il servizio idrico integrato. Ma nemmeno un anno dopo in Calabria venne commissariato il settore della depurazione che restò in mano a funzionari governativi per oltre dieci anni con un enorme spreco di risorse pubbliche che servirono solo a costruire le carriere politiche di qualcuno, ma di certo non a risolvere il problema della depurazione calabrese.

Adesso l’Aic prenderà il posto delle 5 Ato e si occuperà di sovrintendere tutto il sistema idrico, depurazione compresa. Un settore amplissimo ma che può consentire economie di scala e dare una mano ai comuni a risolvere il problema dei depuratori (in Calabria ne abbiamo ben 650 fra depuratori consortili e comunali).

Naturalmente adesso si tratta di rendere operativo l’organismo. Nominata l’assemblea dei 40 sindaci adesso si tratta di individuare il direttore generale che avrà la rappresentanza legale dell’AIC e provvederà sull’organizzazione interna e sul suo funzionamento, dirigendone la struttura operativa. Eventualmente si dovrà procedere anche ad alcune assunzioni. Questi organismi verranno direttamente finanziati dai Comuni con una quota di 0,40 centesimi per ogni abitante.

Ma il compito più importante che toccherà all’autorità idrica sarà quello di individuare il soggetto gestore, il suo braccio operativo. Le ipotesi in campo sono due. La prima è quella di espletare una gara d’appalto e individuare un gestore interamente privato. La seconda è continuare a far gestire tutto il sistema a Sorical che ha una concessione nella gestione delle reti idriche calabresi. La Spa è una società mista pubblico/privata il cui capitale è detenuto dal 49% dai privati e il restante 51 dalla Regione Calabria.

Il problema è rendere interamente pubblica questa società. Il nodo resta come liquidare i privati che hanno già manifestato l’intenzione di lasciare e sono disposti a farsi pagare le azioni al prezzo simbolico di un euro. Il problema è che sulle azioni c’è il diritto di pegno da parte la Depfa bank – che è una banca irlandese oggi controllata dai tedeschi. Insomma una complicazione ulteriore. Che si aggiunge anche alla circostanza che la Regione si dovrebbe sfilare dalla gestione del settore idrico.

Lo impone la legge. Basta vedere quanto sta accadendo in Sardegna. Abbanoa è la società che gestisce il servizio idrico integrato. Qui prima l’Agcm – l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – e poi l’Anac, l’autorità anticorruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, ha messo in forte dubbio la legittimità del rapporto tra la Regione e la società concessionaria del servizio idrico.

Il problema sta proprio nel fatto che le amministrazioni comunali che partecipano ad Abbanoa non hanno poteri in grado di influenzare in modo determinante gli obiettivi strategici e le decisioni rilevanti della società in house. Insomma secondo la legge sono i comuni che devono avere il controllo della società concessionaria. Insomma per i sindaci un’altra bella responsabilità.

Ma è ancora presto per questi discorsi. «Siamo in una fase importante – ci ha detto per telefono Gianluca Callipo, nella sua veste di presidente dell’Anci Calabria – perchè col passaggio di ieri nasce l’assemblea che governerà il settore idrico integrato. Per i sindaci si apre una fase di nuove scelte importanti in una materia complicata. che comportano un ulteriore surplus di responsbailità e competenze. Come Anci siamo pronti a dare tutto il supporto necessario ai nostri associati che non sempre sono adeguatamente supportati dalle strutture comunali, soprattutto sotto il profilo delle risorse umane. Naturalmente fermo restando l’autonomia dei sindaci».

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