X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – L’acronimo Irba sta per Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione. La Regione Calabria, con l’articolo 27 della legge regionale del 29 dicembre 2010, numero 34, istituì, con decorrenza 1 gennaio 2011, l’Irba di cui all’art. 17 del Decreto Legislativo 21 dicembre 1990, n. 398. Adesso Federconsumatori Calabria chiede l’abolizione di questo tributo.

«L’Irba – ricorda Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria – venne introdotta dall’allora presidente della giunta regionale di centrodestra Scopelliti, nonché Commissario ad acta alla sanità, per consentire alla Regione il risanamento del debito sanitario pregresso. Fu il periodo più nefasto per i contribuenti che nell’arco di pochi mesi furono massacrati fiscalmente dall’aumento congiunto di addizionali regionali Irpef, Irap, ticket e dalla nuova imposta dell’Irba. Un’operazione nefasta, puramente ragioneristica scaricata sulle tasche dei cittadini costretti a pagare i debiti sanitari contratti da anni ed anni di mala gestione. Un’operazione di pura ingegneria fiscale rivelatasi inefficace per risanare i debiti sanitari che servivano, ieri come oggi, di ben altre riforme strutturali capaci di agire su sprechi, inefficienze e ruberie sanitarie».

Tutti qui? Il meglio, cioè il peggio deve venire. Continua la Iannello: «È evidente che l’IRBA, illegittima anche per l’Europa, non ha ragione di continuare a essere un balzello che pesa sui consumatori già in difficoltà a fruire a pieno del diritto alla mobilità. In Calabria il costo del carburante è fra i più alti d’Italia ed i costi nazionali sono a loro volta i più alti d’Europa. A ciò si aggiunge che sul costo del carburante pesano 17 accise, tasse di scopo della più svariata natura che, da contingenti, sono divenute permanenti da lunghi decenni. Basti pensare che la componente fiscale pesa sul prezzo della benzina per il 64% e sul diesel per il 60%. Un’enormità. Una mostruosità nazionale. L’Irba in Calabria pesa per circa 2 centesimi sui 72 centesimi a litro di accise. Un’imposta pagata dagli automobilisti ma in molti casi evasa dalla rete della distribuzione. Una beffa sull’altra. Servono dunque due interventi, uno di livello nazionale per alleggerire il peso fiscale sul costo finale del carburante ed uno regionale per abolire l’Irba. I calabresi non possono reggere un carico fiscale che inibisce il diritto alla mobilità, aggrava di costi le famiglie e limita la loro capacità di consumo. È ora di mettere ordine al sistema impositivo sulla base di criteri di equità e di giustizia sociale. È tempo di rendere il sistema pubblico capace di governare la spesa senza alchimie che trucchino i conti a danno dei cittadini».

Federconsumatori ha chiesto e ottenuto di essere ascoltata dal Presidente della II° Commissione regionale Bilancio presieduta dal consigliere Giuseppe Aieta per chiedere nuovi criteri per l’applicazione dell’addizionale regionale Irpef che rispondano a vincoli di progressività del prelievo in osservanza del principio costituzionale che paga di più chi possiede di più. Il peso fiscale e tributario che pesa sui contribuenti calabresi è divenuto smisurato rispetto alla capacità contributiva di reddito.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE