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Alberto Matano

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“SONO Innocente” la trasmissione di Rai3 condotta da Alberto Matano in sole dieci puntate è diventata un programma cult. La sfida non era delle più semplici: sabato sera, prime time e un programma che ha raccontato il dramma e il riscatto di uomini e donne accusati ingiustamente, storie di persone che da una vita normale e tranquilla si trovano catapultate in un vero e proprio incubo: la realtà cruda, difficile del carcere. Ora che il programma da qualche settimana ha chiuso i battenti , il bilancio di Alberto Matano giornalista e conduttore televisivo italiano conduttore Rai e del TG1 delle 20.00.

Catanzarese doc, Matano ha fatto incetta di consensi. A conferma: trasmissione, conduttore e storie proposte, ogni sabato immancabilmente sono stati trending topics su Twitter e non solo. Matano ci sarà una seconda serie di “Sono Innocente”?

«In realtà ci stiamo pensando. C’è un incontro in agenda col direttore di rete Bignardi e tutto il team per fare il punto».

Si aspettava questo successo?

«Devo essere sincero, no. È stata una sfida andare in prima serata di sabato su Rai3 con questo tipo di programma. Alla luce del consenso di critica e pubblico siamo soddisfatti al di là delle aspettative».

In un certo senso il programma ha scoperchiato una pentola bollente facendo luce su alcuni ingranaggi della Giustizia. Cosa le è rimasto di quest’esperienza?

«Sul piano professionale era la prima volta che mi misuravo con un programma dedicato a persone che avevano vissuto un dramma del genere. Misurarsi col dolore degli altri non mi era mai successo in una maniera così diretta. Sul piano più generale, questo programma ha cambiato il mio sentire rispetto al colpevolismo ormai diffuso nel nostro Paese. Bisogna recuperare uno spirito di garantismo e la presunzione di innocenza che è alla base del nostro ordinamento con un supplemento di responsabilità da parte di chi indaga ma anche da parte di chi informa».

Puntualmente ogni sabato il programma era tra i trending topics su Twitter. Moltissimi i commenti positivi proprio sulla sua conduzione misurata. Bandito il sensazionalismo nonostante i casi fossero sensazionali…

«Il presupposto era proprio questo: non si specula sul dolore; non si punta il dito sui magistrati ma si dà alle persone che hanno vissuto un dramma del genere, l’occasione di un riscatto pubblico. E lo si è fatto anche accendendo i riflettori su una realtà poco raccontata come quella del carcere. È stato interessante e bello registrare che anche la parte di pubblico sui social abbia apprezzato il nostro lavoro».

Lo scorso anno insieme ad Emma D’Aquino, lei è stato uno dei commentatori a bordo campo di “Ballando con le stelle”…

«È stato molto divertente. Ballando con le stelle è lo show del sabato sera di Rai Uno ed è fatto con onestà, lavoro e tanto entusiasmo. Chi fa il giornalista resta comunque una persona ed è bello misurarsi anche con altri registri più leggeri, restando sempre giornalisti».

Torniamo a “Sono Innocente”, “Libero” di Fabrizio Moro ha fatto da colonna sonora al programma, ma qual è la sua di canzone?

«Corcovado di Astrud Gilberto nella versione con Stan Getz e João Gilberto. Mi piacciono i ritmi della Bossa Nova».

E quella versione è un asso da Novanta, aggiungiamo noi!

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