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CATANZARO – L’ennesima puntata della trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti dedicata all’inchiesta della Procura di Catanzaro sulla gestione “allegra” delle commissioni consiliari del Comune di Catanzaro che vede indagati 29 consiglieri comunali su 32 (LEGGI LA NOTIZIA), ha prodotto effetti per molti versi clamorosi alla vigilia delle elezioni regionali

Gli esponenti di “Cambiavento”, il già candidato a sindaco Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco, domattina formalizzeranno le proprie dimissioni. «Ci siamo messi a disposizione della città tre anni fa per tentare di cambiare un sistema che ritenevamo giunto al capolinea e incapace di assicurare il bene di Catanzaro. Abbiamo raggiunto un grandissimo risultato, i fatti dicono che avevamo ragione, ma abbiamo perso. Abbiamo ricoperto con dignità, responsabilità, impegno il ruolo di consiglieri di opposizione che la città ci ha assegnato, convinti che anche da quella postazione fosse possibile risultare utili alla comunità che ci aveva dato fiducia».

«Oggi riteniamo – proseguono – che da questo consiglio comunale indebolito, delegittimato, frammentato non possa venire più niente di buono e che a nulla varrebbe ostinarsi a farne parte. L’unico modo per restituire credibilità a Catanzaro è quello di restituire la parola agli elettori e di costruire contestualmente le condizioni perché i nuovi rappresentanti della città possano operare in un contesto chiaro, trasparente e rinnovato. Alla luce di queste considerazioni chiediamo a tutti i consiglieri comunali, al Sindaco e al Presidente del consiglio comunale di dimettersi e coerentemente domani mattina formalizzeremo le nostre dimissioni» scrivono Fiorita e Bosco.

L’invito alle dimissioni di massa è arrivato anche dal consigliere del Pd Roberto Guerriero (che non è stato raggiunto da avviso di garanzia) e da Fabio Celia del gruppo “Fare per Catanzaro”. Prese di posizione che potrebbe far scattare un effetto domino dagli esiti imprevedibili.

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