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Sergio Abramo

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CATANZARO – «L’autorizzazione all’esercizio del Bilancio provvisorio della Regione, voluta dal presidente Oliverio e dalla sua giunta (LEGGI LA NOTIZIA), è l’ennesimo duro colpo che l’amministrazione della Cittadella infligge alla Calabria e ai calabresi, l’ultimo regalo di Oliverio».

Lo ha detto il sindaco Sergio Abramo. «È spiacevole dover ribadire un’affermazione che avevo fatto nel corso dell’ultimo Consiglio comunale del capoluogo, lunedì scorso, ma ero stato facile profeta: la situazione economico-finanziaria della Regione tende al disastro e la scelta, compiuta dal Governatore, è una soluzione pilatesca che consegna al prossimo esecutivo un nodo difficile da sciogliere, con tutto ciò che ne consegue in termini di erogazione dei servizi nei confronti dei cittadini, di tenuta dello stesso apparato burocratico regionale e, più in generale, di margini di azione della macchina Regione per l’assoluta incapacità del Governatore. Eppure si era sostenuto che le Elezioni dovessero essere convocate a gennaio 2020 proprio per consentire l’approvazione del Bilancio. Era solo una scusa, niente di più”.

Abramo poi ha rincarato la dose precisando come «già la Corte dei Conti, con una delibera recente, aveva sottolineato il rischio di default della Cittadella, e non è per niente esaustiva la risposta di Mario Oliverio che ha evidenziato i crediti che la stessa Regione vanterebbe dai Comuni e sui quali è fortissimo il marchio, evidenziato pure dalla Magistratura contabile, della loro dubbia esigibilità. Mi sembra si tratti di uno scaricabarile bello e buono legato a sufficienza e pressappochismo. Al quale bisogna unire il Bilancio in 12esimi con cui si troverà a fare i conti la prossima legislatura regionale, anche in virtù di una serie di mancati interventi: come si fa ad andare avanti se per i dipendenti delle Partecipate della Regione si spendono più di 200 milioni all’anno mentre per i dipendenti regionali veri e propri si arriva a 113 milioni? Come si fa a girarsi dall’altra parte se tutti i calabresi rischiano di pagare il buco di 18 milioni di una società come la Congesi, che gestisce le risorse idriche a Crotone, e che si somma al debito da 32 milioni lasciato dal fallimento della sua antesignana, la Soakro, nei confronti della Sorical?».

Per Abramo «a Oliverio tutto questo fa probabilmente buon gioco: non dovesse essere rieletto avrà gli argomenti per attaccare il suo successore su una serie di politiche da lacrime e sangue che non potranno essere evitate. Ma a chi giova questa prospettiva se non solo e soltanto a lui, che ha dato prova dell’ennesima incapacità politica e amministrativa dimostrando, soprattutto, di fregarsene della Calabria e dei calabresi».

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