X
<
>

L'aeroporto di Lamezia Terme

Condividi:
4 minuti per la lettura

COSENZA – L’Enac non molla di un millimetro sul caso Sacal e il 22 novembre scorso ha nuovamente scritto alla società di gestione degli aeroporti calabresi confermando l’avvio del procedimento di revoca della concessione. Il presupposto è sempre quello: venendo meno la maggioranza pubblica nel capitale, la concessione va rivista.

E’ quanto emerso ieri pomeriggio nel question time della Camera durante il quale il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini ha risposto all’interrogazione presentata dal deputato della Lega Domenico Furgiuele.

Giovannini ha ripercorso in aula il carteggio fra Sacal e Enac, partito il 14 ottobre 2021 quando l’ente di vigilanza, in riferimento all’aumento di capitale deliberato dal cda Sacal, ricordava alla società la necessità di effettuare l’operazione secondo procedure trasparenti e non discriminatorie. La Sacal replicava il 22 ottobre, sostenendo che la nuova composizione degli assetti societari era il risultato della mancata sottoscrizione, da parte di alcuni soci pubblici, dell’aumento di capitale.

Enac a quel punto ha fatto partire la procedura di revoca della concessione dell’aeroporto di Lamezia Terme e si è altresì riservata di estendere con le stesse motivazioni la procedura di revoca anche alle concessioni relative agli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone. Il 17 novembre scorso la società Sacal ha comunicato all’ENAC che il socio privato Lamezia Sviluppo Srl ha formalmente confermato e dichiarato ai soci pubblici la propria piena e incondizionata disponibilità a porre a disposizione le quote sottoscritte di aumento del capitale, di fatto, garantendo l’efficacia per i soci pubblici della delibera dell’aumento di capitale assunta da tutti gli azionisti in data 2 luglio 2021. In tal modo si vanifica in radice, sostiene la Sacal, il presupposto giuridico e sostanziale dell’avvio del procedimento.

Il 22 novembre scorso, l’Enac ha rappresentato alla società che, in mancanza della sussistenza del requisito concreto della partecipazione pubblica maggioritaria nella compagine societaria, ritiene di confermare l’avvio al procedimento di revoca della concessione di Lamezia Terme, invitando la Sacal a fornire proprie controdeduzioni entro il termine di trenta giorni. Quindi resterebbero, in base alla risposta del ministro, trenta giorni per sanare questa situazione.

Tutto dipenderà, come abbiamo già scritto dalla Regione Calabria che è l’unica in grado di avere i quattrini per far fronte ad un’operazione di circa 12 milioni di euro e che presenta tante ombre proprio dalla parte della Cittadella.

Per ora alla lettera del socio privato non è seguita alcuna risposta ufficiale della Regione. Sullo sfondo resta il nodo lavoratori. Ma anche su questo il ministro è stato chiaro: «Con riferimento agli effetti derivanti dall’eventuale adozione del provvedimento di revoca e alle conseguenze per i lavoratori della Sacal e della sua controllata Sacal GH, ricordo che il commissariamento è disposto anche a garanzia della continuità aziendale nelle more dell’individuazione di un nuovo concessionario. Ad ogni modo, il procedimento non è ancora concluso e, pertanto, laddove dovesse essere ristabilito il controllo pubblico della società, l’ENAC provvederà ad archiviare il procedimento di revoca avviato. A tale riguardo, evidenzio che sono in corso le interlocuzioni con la regione Calabria e gli altri soci pubblici che vengono attentamente monitorate dal Ministero».

LE REAZIONI

«Le parole pronunciate dal presidente della Regione Occhiuto sulla Sacal sono pesanti come pietre, squarciano ancora di più le torbide ombre che si agitano attorno alla Società di gestione aeroportuale calabrese e lasciano intravedere scenari che la Procura nel tempo dovrà decifrare».

Lo affermano in una nota congiunta Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil Calabria e Enzo Scalese, segretario generale Cgil Area vasta Catanzaro-Vibo-Crotone.

«La Cgil e la Filt-Cgil Calabria, in coerenza con il lavoro svolto e le denunce pubbliche di questi mesi – proseguono – sostengono la chiara e inequivocabile scelta di Roberto Occhiuto perché oggi è necessario ricostruire un percorso di trasparenza e il rafforzamento democratico di una società che deve svolgere un importante servizio pubblico. Ribadiamo, dunque, la nostra proposta di revoca della concessione con contestuale nomina di un commissario per il tempo sufficiente per un nuovo bando di gara garantendo, come garantito dallo stesso ministro Giovannini, l’occupazione di tutti i lavoratori. Anche il giudizio del presidente Occhiuto sulla mancanza di fiducia nel management aziendale a cominciare dal presidente del CdA De Metrio è perfettamente coincidente con le nostre denunce dei mesi e delle settimane passate. E’ necessario, quindi, che il presidente Giulio De Metrio rassegni prima possibile le dimissioni per consentire una più agevole e pubblica ricostruzione democratica della società. Gli aeroporti calabresi sono infrastrutture fondamentali per la mobilità, per lo sviluppo economico e turistico della Calabria e non possono essere gestiti con sufficienza, con piglio padronale e in disprezzo dei diritti delle persone che lavorano, degli stagionali e dei cittadini. La Filt-Cgil è stata costretta a rivolgersi al giudice del lavoro già in passato per ottenere il Piano industriale che non può essere nascosto e negato a chi ne ha diritto e che, come noi, svolge la delicata funzione di rappresentanza del lavoro».

«Anche per questo – concludono i sindacalisti – diffidiamo la Società a non compiere nelle prossime ore atti discriminatori e sbagliati come possono essere nuove esternalizzazioni di servizi aeroportuali alla stregua di quanto avvenuto fra luglio e agosto. Qualsiasi attività lavorativa deve essere garantita dai lavoratori della Sacal spa e Sacal gh, oltre che dagli stagionali che dovranno essere rioccupati per la stagione invernale».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE