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Il commissario Stefano Graziano con il Ministro De Micheli e Pippo Callipo

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COSENZA – Il dato politicamente più rilevante della classifica “Governance poll 2020” del Sole 24 Ore (LEGGI) a rifletterci bene non è tanto l’ottimo piazzamento della presidente della giunta regionale Jole Santelli (in carica da troppo poco per dare un giudizio di qualsiasi segno) quanto dall’ultimo posto assegnato al suo collega del Lazio Nicola Zingaretti. Non tanto come amministratore ma soprattutto come segretario nazionale del Pd, carica che ricopre dal marzo 2019.

Si perché il sondaggio va ad innescarsi in una situazione già di per sé esplosiva nel partito. Giusto lunedì mattina il Corriere della Sera riportava i fendenti che si stanno menando via social network i maggiorenti del partito.

Nel Pd, more solito, volano botte da orbi al punto che il segretario ha tuonato contro il fuoco amico o meglio quelli che lui stesso ha definito «i picconatori da salotto» che nel caso di specie hanno i volti del Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha chiesto un’identità maggiormente riformista del partito, di Matteo Orfini, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

In questa situazione già delicata di per sé la Calabria rischia di fare da detonatore, di trovarsi sotto certi aspetti al centro del dibattito nazionale interno ai democrat visto che qui di detrattori di Zingaretti non ne mancano di certo.

In Calabria i contrasti fra i big del partito sono da tempo all’ordine del giorno, ma dal partito nazionale non hanno saputo fare altro che rispondere con continui commissariamenti. La filosofia è sempre stata quella del manzoniano Conte zio “sopire, troncare…”. C’è il commissario regionale nella persona di Stefano Graziano che ha gestito tutta la contestata partita delle regionali. Una partita nata male, visto che la candidatura di Pippo Callipo alla fine non è riuscita a catalizzare le forze, M5S in primis, esterne al Pd e che adesso rischia di finire peggio alla luce delle dimissioni annunciate dall’imprenditore vibonese.

Annunciate perché devono essere ratificate, come spiegavamo l’altro giorno, dal consiglio regionale e ancora non si capisce bene come si comporterà il gruppo consiliare del Pd visto che fra i motivi che hanno portato Callipo al suo gesto c’è soprattutto una critica al consiglio regionale e quindi anche ai compagni dell’opposizione. Il siluramento senza appello di un pezzo di classe dirigente da parte di Graziano e Oddati ha lasciato scorie che adesso rischiano di esplodere. Il problema è che la storia rischia di ripetersi con il Pd che si presenta alle amministrative commissariato dappertutto. A Cosenza c’è Marco Miccoli, a Crotone Franco Iacucci e a Reggio Calabria Giovanni Puccio.

In pratica gli unici segretari effettivi sono Insardà a Vibo Valentia e Cuda a Catanzaro. Peccato che in questi due capoluoghi non si voti. Insomma i risultati del Sole che relegano all’ultimo posto Zingaretti fra i governatori danno ulteriore fieno in cascina ai critici e per le amministrative si prevedono già notte di lunghi coltelli visto che il congresso regionale non si è mai celebrato e i rapporti di forza interni al partito continuano ad essere aleatori.

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