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Il commissario Guido Longo

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CATANZARO – Sono sempre le persone che soffrono a subire le conseguenze più gravi delle disfunzioni nel sistema sanitario. È il caso, per citare l’ultimo in ordine cronologico, dei presidi della diabetologia territoriale. Si tratta di una delle 25 categorie di beni e servizi per le quali la normativa nazionale prevede meccanismi di gara centralizzata qualora si tratti di acquisti sopra la soglia di rilevanza comunitaria.

L’Asp di Catanzaro ha l’ostacolo legislativo (per tutti i beni dell’elenco) del Decreto Calabria, come spiegato al Quotidiano del Sud dal dottor Nicola Voci, del Provveditorato, Economato e Gestione Logistica.

«Sono pienamente solidale – ha affermato Voci – ed esprimo tutta la mia vicinanza alle persone che soffrono di questa patologia e alle loro famiglie. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare facendo di tutto per assicurare i presidi e tutti gli altri beni primari».

IL COMMISSARIO AD ACTA NON HA IL PERSONALE PER INDIRE LE GARE

La gara centralizzata “sopra soglia” scatta anche per altri beni e servizi. Per citarne alcuni, vi rientrano farmaci, vaccini, stent, protesi d’anca, medicazioni generali ma anche i servizi di pulizia, di ristorazione, di lavanderia, di smaltimento rifiuti sanitari.

Gli acquisti, stando alla conferma confluita nella normativa del Decreto Calabria, competono al Commissario ad acta che «deve provvedere in via esclusiva all’espletamento delle procedure di approvvigionamento avvalendosi degli strumenti di acquisto e di negoziazione aventi ad oggetto beni, servizi e lavori di manutenzione messi a disposizione da Consip spa ovvero dalla centrale di committenza della Regione Calabria o di centrali di committenza delle Regioni limitrofe». Il commissario Longo, tuttavia, ha fatto sapere all’Asp di non poter adempiere a questo obbligo per carenza di organico.

LA DELEGA “VAGA” E LA MANCATA COMUNICAZIONE

Longo ha deciso così di avvalersi della facoltà, riconosciuta sempre dal Decreto Calabria, di delegare i commissari straordinari per lo svolgimento delle gare nel rispetto delle medesime disposizioni. «Si è trattato però di una delega vaga», ha spiegato Voci che poi ha chiesto chiarimenti, scrivendo a Longo. Nella missiva precisa che «la delega viene intesa come autorizzazione ad avvalersi della Consip ovvero delle centrali di committenza delle altre regioni», proprio come prevede il Decreto Calabria. «In alcun modo la delega può essere intesa come autorizzazione alle singole aziende a procedere in via autonoma all’espletamento delle procedure di gara».

Nell’auspicio del dottor Voci si dovrebbero avere strategie uniformi e decisioni comuni per tutte le aziende sanitarie regionali. «Proprio a tal fine si è chiesto più volte di ripristinare il tavolo tecnico sulle gare d’appalto che era stato istituito con il Commissario Cotticelli – ha spiegato Voci – ma non è stato fatto». Una mancanza di comunicazione che rischia di generare maggiori disagi.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Di recente la “Federazione Diabete Calabria” ha indirizzato una nota di protesta all’Azienda per la mancata erogazione dei presidi. Nota che ha dato al dottor Voci l’occasione di ricostruire la vicenda per la Commissione Straordinaria ritenendo «paradossale questa situazione. Il Governo ha legiferato per ben due volte con decretazione d’urgenza, affidando ai commissari ad acta poteri straordinari per quanto attiene le procedure di gara e nonostante ciò le disposizioni cogenti in materia di appalti sono state, ad oggi, disattese dagli organi deputati a darne attuazione. Nonostante tutto, nell’ultimo anno sono stati effettuati acquisti per quasi 1,5 milioni di euro per assicurare i beni primari, tra cui anche i presidi di diabetologia territoriale».

La Fedical ha indicato il rischio di disparità di trattamenti tra pazienti. Un pensiero condiviso da Voci che però sottolinea come si tratti di «competenza dei livelli decisionali che devono assicurare uniformità atteso che sembrerebbe che le altre Aziende agiscano in maniera differente».

Nel frattempo l’Asp ha richiesto la disponibilità di espletare le gare alle centrali di committenza di 10 Regioni italiane (Emilia, Sicilia, Basilicata, Puglia, Lazio, Marche, Toscana, Veneto, Lombardia, Piemonte). Una prospettiva difficile, considerato che la richiesta proviene da una singola azienda. Una prospettiva assurda, se si pensa che gli amplissimi poteri affidati al commissario ad acta non bastino per indire le gare ed assicurare beni di primaria importanza.

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