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La conferenza stampa di oggi

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CATANZARO – «L’inchiesta Archimede è stata per noi una sberla ma non può determinare che si faccia di tutta l’erba un fascio, demonizzando tutto il puntuale lavoro svolto in questi anni».

In questi termini si è espresso il direttore generale di Arpacal Domenico Pappaterra, intervenuto nella conferenza stampa, programmata per questa mattina nella sala Verde della Cittadella Regionale a Catanzaro, sul tema della depurazione calabrese. Massimo sostegno e fiducia ad Arpacal sono arrivati anche dall’Assessore Sergio De Caprio, che ha parlato di «809km di costa che non è possibile controllare con un bilancio aziendale pari a quello della Regione Umbria, con fondi, mezzi e personale insufficienti per i quali bisognerebbe sollecitare il Ministero ad aumentare le risorse».

La gestione della depurazione, ha continuato De Caprio, «deve diventare pubblica, con l’affidamento totale a Sorical – chiedendo poi – il sostegno anche della cittadinanza nella denuncia degli scarichi abusivi», che sfuggono alle rilevazioni sugli impianti depurativi. «Nessun imbarazzo da parte della Regione – ha poi chiarito l’assessore al Turismo Fausto Orsomarso – Non sono mai stato in silenzio in vita mia e sono intervenuto da assessore al turismo, chiedendo conto all’Arpacal e alle capitanerie di porto su un fenomeno che non si nega».

Serve però andare in profondità, chiarisce ancora Orsomarso, «e non fermarsi al procurato allarme di qualche foto che circola, anche attraverso i social, e che non rappresenta quel godibilissimo 94% delle coste, ma tratti in cui prolifera il fenomeno della fioritura algale che può essere mitigato con migliorie sul sistema depurativo».

«Si tratta di un fenomeno che può creare ribrezzo – ha specificato Michelangelo Iannone, direttore scientifico di Arpacal – ma che è favorito dal clima estivo e dalle decine e decine di anni in cui abbiamo fornito fertilizzante e quindi nutrimento per questo fenomeno che viene però puntualmente monitorato per assicurare che insieme alle alghe non vi sia presenza di altro materiale inquinante e pericoloso». Se così non fosse, ha concluso Iannone, «i sindaci sarebbero allertati per diramare un divieto di balneazione».

Sul piatto della conferenza anche i temi relativi alla programmazione, costruita sulla base dei progetti finalmente ricevuti dai Comuni e sull’intenzione, come espresso dall’assessore Savaglio, «di affidare in futuro la gestione della depurazione ai giovani esperti nostrani», grazie ai progetti in essere con gli atenei calabresi.

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