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Il termovalorizzatore di Gioia Tauro

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CATANZARO – La “confusione” nella gestione del ciclo dei rifiuti, a livello regionale, continua a suscitare discussioni e acredine tra le parti istituzionali. In particolare, in attesa che il nuovo assessore all’ambiente Sergio De Caprio s’insedi ufficialmente alla Cittadella, la materia viene governata dal Dipartimento regionale guidato da Domenico Pallaria. Che, nelle ultime settimane, ha disposto la regolamentazione dei flussi di Css al termovalorizzatore di Gioia Tauro ma anche i conferimenti alla discarica privata della Sovreco a Crotone.

Una disposizione che, al direttore dell’Ato di Catanzaro Bruno Gualtieri, ha suscitato «enorme sconcerto» in quanto, in estrema sostanza, tale competenza spetta agli Ato e non alla Regione. E, per la precisione, l’utilizzo del termovalorizzatore di Gioia Tauro (unico del genere in Calabria) è riservato a tutti gli Ato regionali in convenzione con la Città metropolitana di Reggio Calabria. Scrive Gualtieri in una nota inviata al Dipartimento Ambiente e territorio della Regione, alla presidente Jole Santelli e a tutti gli Ato calabresi: «È palese il maldestro tentativo di invadere un ambito proprio degli Ato, unici soggetti cui è affidata la gestione della raccolta dei rifiuti».

Quindi, la Regione avrebbe utilizzato «riserve discriminanti in favore di alcune comunità in situazioni di interruzioni parziali del funzionamento dell’impianto». Insomma, per essere più chiari: s’intende che la Regione avrebbe così “favorito” il territorio di Reggio per quel che concerne il conferimento al termovalorizzatore e, nelle ultime settimane, quello di Cosenza per il conferimento nella discarica privata di Crotone. Un ulteriore, ma non esplicitato appunto, potrebbe riguardare la manutenzione del termovalorizzatore che, se fatta per tempo, non avrebbe comportato una diminuzione della quantità da trattare.

Un altro problema che Gualtieri pone, riguarda i costi: le spese dell’impianto di Gioia Tauro sono sostenute dalla collettività calabrese (c’è una voce nella bolletta Tari) e quindi ciò non può ammettere preferenze per l’uno o per l’altro. Anche perché, al contrario, il conferimento del rifiuto in discarica costa 4 volte tanto e viene sobbarcato dall’Ato (e quindi dai comuni) di riferimento. In questo caso, anche le previsioni di spesa dei comuni risulterebbero “sballate” perché non hanno previsto una modifica così sostanziale nel ciclo dei rifiuti.

Gualtieri chiede dunque al dirigente Pallaria di «ritirare l’impropria disposizione di governance di flussi al termovalorizzatore». Non solo, rinnova anche l’invito allo stesso dirigente a «consentire con la massima urgenza il conferimento al nuovo gestore dell’impianto di Lamezia Terme presso la discarica di Crotone». Insomma: «La continua ingerenza da parte del dirigente generale – continua – da una parte blocca o limita le uscite del Css presso il termovalorizzatore e dall’altra non concede le necessarie uscite degli scarti di lavorazione dell’impianto di Alli, verso la discarica di Crotone». Il classico effetto a catena: ciò non consente all’impianto di Alli (Catanzaro) di ricevere i rifiuti da trattare di Vibo in quanto i cassoni sono piene del materiale da inviare al termovalorizzatore. In questo modo, sarebbe proprio Vibo a “pagare” per prima una paralisi del sistema.

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