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SERSALE – Avere quasi 104 anni e non sentirli. Avere quasi 104 anni ed essere circondato dall’affetto di una comunità intera. Perché Matteo Torchia non è un cittadino qualsiasi a Sersale: è un’istituzione. “Zio Matteo”, come preferisce essere chiamato, ha una caratteristica in più. È nato nello stesso giorno e nello stesso anno della senatrice a vita e premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini. Ed è a lui che la senatrice, proprio in occasione dei suoi 100 anni celebrati nello stesso giorno, la scienza che ha reso importante il nome dell’Italia nel mondo, inviò la lettera complimentandosi per il traguardo raggiunto. Sono nati lo stesso giorno: il 22 aprile del 1909. E il 22 aprile del 2009 mentre il mondo delle istituzioni si radunava in Senato per festeggiare il traguardo raggiunto dalla professoressa Rita Levi Montalcini, il comune di Sersale si radunava attorno a zio Matteo. L’attuale sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, venuto a conoscenza della coincidenza nei giorni precedenti prese carte e penna e scrisse direttamente al premio Nobel per segnalarle la casualità. La risposta della senatrice Levi Montalcini non tardò ad arrivare e giunse su carta intestata della Fondazione Rita Levi Montalcini. “Egregio signor Torchia – si legge nel documento – desidero inviarle infiniti auguri per il prossimo 22 aprile, giorno del suo e mio compleanno. Spero che il suo lungo percorso sia stato ricco di esperienze come è stato il mio. Con i più cordiali saluti”. Firmato Rita Levi Montalcini. E proprio sabato scorso, mentre la senatrice a vita si trovava nella sua abitazione nella capitale dove fino alla fine ha portato avanti i suoi studi e le sue ricerche, zio Matteo era a Sersale. Nel comune non è una giornata come tante: è atteso il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci per l’inaugurazione del campo di calcio a 5 che l’amministrazione comunale, guidata da Salvatore Torchia oggi e prima dal sindaco Vera Scalfaro, si è impegnata a realizzare. Una festa per la comunità e soprattutto per i tanti giovani che possono avere un campo sportivo nuovo per realizzarsi nel gioco di squadra. Zio Matteo è l’ospite d’eccezione: prima taglia il nastro assieme al prefetto Reppucci e, subito dopo i convenevoli, prende il pallone. Raggiunge il centro del campo e tira il calcio d’inizio.

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