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TAVERNA (Catanzaro) – E’ stata la sua notte, la lunga notte delle fate con un solo, unico, maestoso protagonista, il Grande Parco delle Fate. Un gran numero di spettatori si è accalcato per ore sul piazzale antistante la struttura per assistere all’emozionante musical “Dracula, l’amore oltre la morte”, messo in scena dalla compagnia teatrale di Catanzaro ”Le Corde di Euterpe”. 

Un racconto gotico di amore e morte, con vampiri, giovani donne innamorate e presenze spettrali che, magicamente, al termine della rappresentazione teatrale, si sono trasformate in splendide fate. Voci superbe, danze coinvolgenti e dialoghi a tratti estremamente commoventi, hanno incantato per più di due un pubblico attento e partecipe, strappando applausi a scena aperta. Ma il protagonista assoluto, silente tra i pini secolari che lo avvolgono, quasi a volerlo proteggere, impressionante per magnificenza e decadente bellezza sotto le luci impietose che sottolineavano ancora più del solito l’incuria della quale è preda da decenni, è rimasto sempre lui, il Parco delle Fate.Giovanni Talarico, presidente della Proloco Taverna, organizzatore dell’evento insieme a Michele Merola, direttore artistico della compagnia teatrale, ed Eugenio Canino, sindaco di Taverna, hanno esortato le istituzioni ad adoperarsi il prima possibile per salvare questo autentico gioiello architettonico, risalente ai primi del secolo scorso, simbolo per antonomasia del turismo silano. Non è più tempo di temporeggiare, per i proprietari sembra essere arrivato il momento di decidere delle sorti di una struttura, valutata più di due milioni di euro, che, se ristrutturata, non solo ridarebbe nuova linfa al settore turistico in Sila Piccola, ma soprattutto, vivrebbe una seconda primavera, che le sue sale, la sua architettura, i suoi arazzi ricamati a mano dalle tessitrici di Longobucco meriterebbero. 
In questa notte fatata, forse da lassù, Eugenio Mancuso avrà sorriso, rivedendo di nuovo quel suo parco delle fate illuminato e gremito di gente. A tal proposito, commovente aneddoto raccontato al Quotidiano della Calabria dall’ex sindaco di Taverna, Sebastiano Angotti: all’interno della struttura, l’erede di Eugenio, Silvano, scomparso anche lui, avrebbe riservato una sontuosa camera, la più bella sembra, con la segreta intenzione di ospitarvi Papa Giovanni Paolo II. Era convinto Mancuso, che anche il Santo Padre sarebbe rimasto incantato dalla bellezza mozzafiato del Grande Parco delle Fate.
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