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LAMEZIA TERME – Un flash mob per sollecitare la manutenzione dell’impianto di riscaldamento del Teatro Umberto di Lamezia Terme. Così si è aperta la terza programmazione della rassegna Una, in occasione del film “The sessions” in lingua originale con sottotitolati in italiano. Il Comune non presta il servizio di riscaldamento ormai da anni a detta del Direttore artistico del Teatro Egidio Ventura. 

Si sentono amareggiati e abbandonati i presenti al flash mob nella piazzetta San Domenico secondo i quali «la crisi non deve pagarla la cultura, il teatro». Questo a più voci il loro grido di sconforto. Per ora hanno manifestato pacificamente indossando coperte, guanti, cappellini, a testimonianza del freddo che si sente dentro il Teatro, ma hanno annunciato che continueranno a farsi sentire. 
Si è trattato di una protesta pacifica, anche se c’era chi voleva fermare il traffico sul corso Numistrano con delle sedie. Se il silenzio del Comune dovesse continuare, hanno annunciato che dal flash mob si passerà a una protesta «più forte contro il muro di gomma che il Comune ci rimbalza contro da troppo tempo». Queste le parole di Eugenio Ventura a chiusura del fash mob. Una ricerca di verità e risposte come come quella del protagonista del film proiettato subito dopo, un giornalista e poeta paralizzato dal collo in giù a causa di una malattia contratta in giovane età, che decide di ricorrere ad una terapista specializzata per conoscere la propria sessualità. Da qui il titolo “The Sessions” ovvero “Gli incontri” basato sull’articolo autobiografico “On Seeing a Sex Surrogate” scritto da Mark O’Brien. La pellicola è stata premiata con la Nomination al Premio Golden Globe come miglior attore in un film drammatico a John Hawkes e la Nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista ad Helen Hunt. 
«Anche noi abbiamo bisogno di incontri e spiegazioni anche se per una situazione diversa» ha spiegato Ventura. «L’ultima manutenzione vera e propria dell’intero Teatro risale forse – ha spiegato – all’apertura e questo non va bene, noi lavoriamo per i cittadini, per dare un messaggio di sana cultura, per far conoscere il teatro e riportarlo all’importanza di un tempo». «La nostra società – ha concluso – ha bisogno del teatro e dell’arte, e dal Comune abbiamo ottenuto solo porte chiuse in faccia o mai aperte e chiamate senza risposta, questa è una mancanza di rispetto nei nostri confronti e in quelli dei cittadini, che così facendo si allontanano sempre di più dalla propria città». Da Ventura un messaggio per il Comune «aiutare il Teatro a non sparire, perché con esso sparirà anche parte della città che lo apprezza».
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