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CATANZARO – Con riferimento alla notizia apparsa oggi sulla Vostra testata, secondo la quale la quale l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, avrebbe impartito regole volte a vietare o comunque impedire i saluti di cordoglio in chiesa una volta ultimati i funerali, si precisa che la stessa è falsa e destituita di ogni fondamento. Non sono mai stati emanati infatti decreti o provvedimenti di altra natura finalizzati all’introduzione di tale divieto né, men che meno, si è anche solo pensato di adottarli o introdurli, venendo meno alla sacra pietas e al massimo rispetto che si deve al dolore dei familiari del defunto. 
Nessun giornalista si è fin qui premurato di verificare da sé l’attendibilità di una notizia alla quale, pure in mancanza di ciò, sì è scientemente scelto di attribuire il carattere della veridicità, con grave danno per l’immagine dell’intera Chiesa catanzarese e, soprattutto, sul piano dei rapporti tra la stesa ed i fedeli.
Alla luce di ciò ed ai sensi della legge sulla stampa, si chiede di voler pubblicare senza ritardo la presente smentita. In altra e più opportuna sede si agirà invece per la tutela dei propri diritti, lesi da una condotta ingiustificata ed ingiustificabile, sotto ogni profilo.

NESSUN divieto allo scambio di condoglianze in chiesa. La curia di Catanzaro smentisce la notizia circolata a Serra San Bruno, secondo la quale l’arcivescovo Vincenzo Bertolone avrebbe proibito il consueto saluto ai familiari del defunto: «Non sono mai stati emanati decreti o provvedimenti di altra natura finalizzati all’introduzione di tale divieto né, men che meno, si è anche solo pensato di adottarli o introdurli, venendo meno alla sacra pietas e al massimo rispetto che si deve al dolore dei familiari del defunto».

Serra San Bruno è l’unico centro della provincia di Vibo Valentia che rientra nella Diocesi di Catanzaro-Squillace e a sollevare la questione era stato un annuncio che, come hanno confermato diversi fedeli, era stato dato dal parroco don Gerardo Letizia nel corso di una delle ultime cerimonie funebri. Il sacerdote, contattato per ulteriori chiarimenti dopo quelli che aveva già offerto alla vigilia della pubblicazione, ha sostenuto di essere stato equivocato e di aver fatto riferimento solo a «probabilità o proposta, senza comunque fare riferimento al vescovo».

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