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CATANZARO – L’impronta di Dulbecco a vico I Bellavista a Catanzaro. Un luogo della memoria: il punto di partenza della specialissima storia di Renato Dulbecco. Vico I Bellavista, dunque. Lì lo scienziato nacque il 22 febbraio del 1914, da padre calabrese e mamma ligure. Un rivolo stretto sull’affacciata più bella della città. E lì Dulbecco era tornato a riprendere i fili della memoria quando, nel 1983, gli era stata consegnata la cittadinanza onoraria. Era dicembre del 1983. Perché le radici fanno il paio con l’identità anche per Dulbecco, tra i più grandi scienziati del Novecento. Anche per lui che conquistò il Nobel per la medicina nel 1975, assieme a David Baltimore e Howard Temin. 

Lui, nel “parterre de roi” dei cittadini onorari di Catanzaro con Rita Levi di Montalcini e Ennio Morricone, ma non solo. E allora – lo avevamo già detto lo scorso aprile – nell’anno del centenario dalla nascita sarebbe bello pensare per Dulbecco quel che è stato per Mimmo Rotella: una “Casa della Memoria” che ne ricordi l’impronta. E se Rotella fortissimamente volle che a vico dell’Onda la “casa- matrioska” custodisse per sempre il suo cuore insieme ai cappelli creati dalla madre modista, per Dulbecco l’impresa è più ardua. Il tempo trascorso non aiuta ma si potrebbe cominciare con una targa che ne ricordi l’evento. E poi si potrebbero raccogliere le foto del ritorno di Dulbecco . Le testimonianze di quei giorni vicini a Natale del 1983 con lo scienziato gentiluomo – così era conosciuto Dulbecco – nei vicoli del centro storico e anche all’antica trattoria da “Pepè” a gustare sua maestà il morzello. Basterebbe una targa in vico I Bellavista in omaggio allo scienziato gentiluomo. Un omaggio a colui che ha cambiato la partita della lotta ai tumori. Una proposta di cui si era occupata, nel maggio scorso, anche la commissione toponomastica comunale presieduta dalla dirigente del settore affari demografici, Giuseppina Casalinuovo. Vedremo. 
Di certo, se oggi sappiamo che i tumori sono malattie dai mille volti e che il primo bersaglio per aggredirli è il loro Dna, il merito è di Renato Dulbecco, pioniere delle ricerche sulla genetica del cancro. Lui, che cittadino americano dal 1953, ha sempre mantenuto un forte legame con l’Italia, tanto da essere considerato il padre delle ricerche italiane sulla mappa del Dna, condotte presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Milano. Ma questa è un’altra storia. Intanto, ieri per ricordare il premio Nobel nell’anno del centenario dalla nascita Comune di Catanzaro e Università “Magna Graecia” hanno tracciato il programma di massima degli eventi in memoria dello scienziato. 
«L’intitolazione a Dulbecco del corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università e la presentazione di una borsa di studio da assegnare a un giovane ricercatore calabrese che si distinguerà particolarmente nel campo della genetica, con la possibilità per il vincitore di frequentare un corso specialistico all’estero che possa ulteriormente accrescere e qualificare le conoscenze nel campo medico, sono solo alcune delle proposte di cui hanno discusso il vicesindaco e assessore alla cultura, Sinibaldo Esposito, e il rettore della “Magna Graecia”, Aldo Quattrone», fanno sapere da Palazzo De Nobili. 
«Il tutto dovrebbe avere il suo culmine in una manifestazione celebrativa che, attraverso la presenza e gli interventi di scienziati e ricercatori di fama mondiale e di personaggi del mondo politico-istituzionale, ha la finalità di onorare la memoria di colui il quale può essere considerato il pioniere nelle ricerche sulla genetica del cancro che ha avuto il merito di scoprire il meccanismo d’azione dei virus tumorali nelle cellule animali – prosegue la nota – La data dell’evento, seppur si attendono conferme in merito, potrebbe ricadere nei primi giorni del mese di maggio. La volontà di entrambi gli enti, Comune e Università, è quella di legare indissolubilmente la figura del Nobel catanzarese al Campus di Germaneto che accoglie quotidianamente migliaia di studenti che, come fece Dulbecco all’Università di Torino negli anni Trenta, muovono i loro passi nell’ampio mondo della medicina». Sul tavolo anche giornata di festa con uno spettacolo-concerto dedicato ai più giovani.
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