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LAMEZIA TERME – È stata la Mèhari di Giancarlo Siani con un’installazione di Renzo Bellanca in piazzetta San Domenico ad aprire la quinta edizione di Trame: l’unico festival italiano dedicato ai libri sulle mafie, diretto dal giornalista Gaetano Savatteri, prodotto e organizzato dalla Fondazione Trame, in collaborazione con l’Associazione antiracket Lamezia onlus.

Paolo Siani, fratello del giovane cronista del Mattino ucciso dalla camorra a Napoli nel 1985, ha spiegato come l’auto sia stata in passato crivellata di colpi con Giancarlo, oggi il fratello non c’è più, ma l’auto rimessa a nuovo viaggia per il mondo. E` stata anche a Bruxelles, simbolicamente in onore del fratello e di tutti i giornalisti che non si piegano alle mafie. Anna Lapina della Confcommercio ha spiegato i motivi per i quali l’azienda ha deciso di sposare l’iniziativa. Il festival poi ha cambiato location spostandosi a palazzo Nicotera dov’è stato conferito il premio Libero Grassi all’allieva Nicol Renda in rappresentanza del liceo classico Garibaldi di Castrovillari per il cortometraggio “Libertà è partecipazione”, per poi proseguire con lo scrittore Maurizio De Giovanni che ha letto in anteprima alcune pagine del prossimo Noir Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi, di prossima uscita per Einaudi. 

Prima del reading il dialogo con Savatteri, che ha spiegato come per iniziativa di Soroptimist nel corso del festival una sedia a Palazzo Nicotera resterà vuota sul palco per le donne che hanno subito violenza. De Giovanni ha affermato: «Credo molto in questo evento ed è importante che si tenga a Lamezia». Ha spiegato poi che la sua genesi come scrittore sia nata da una burla di colleghi che conoscendo la sua passione per la lettura lo iscrissero a sua insaputa ad un concorso per giallisti: «Accolsi la sfida lanciata dai miei colleghi ed andai con l’intento di non scrivere nulla, poi ispirato da una zingarella, scrissi e vinsi il concorso ma pensai ad un errore. Fui invitato a Firenze per la finale e mi chiesero di scrivere un altro giallo scrissi quindi morte di un bancario napoletano. Morì un bancario napoletano ma nacque un grande personaggio: il commissario Ricciardi, single, un uomo con il senso della giustizia innato più che della legge come sistema di regole». 

L’attore Luigi Lo Cascio per De Giovanni sarebbe adatto a rappresentare Ricciardi e in sua presenza De Giovanni ha letto un pezzo interno di Anime di vetro, spiegando come la nascita del libro sia ispirata ad una storia risalente al 1916 con la nascita di una storia d’amore in una biblioteca a Napoli tra un uomo non sposato Salvatore Di Giacomo, ed Elisa una giovane di 25 anni, vent’anni più piccola di Salvatore, decisa a laurearsi per una indipendenza economica. Elisa scrisse una lettera d’amore per lui che di tutta risposta scrisse una poesia meravigliosa che portò a leggere ad un amico musicista che musicò tale storia rappresentando una falena che si avvicina allo scrittore che l’allontana bruciandosi la mano. Il sacrificio il motore di tale poesia. 

A seguire reading di Lo Cascio al Chiostro San Domenico dove l’attore ha ripreso degli articoli di Giuseppe Fava di Processo alla Sicilia lettura del resoconto di un frammento di viaggio di Giuseppe Fava, caratterizzato ha spiegato Lo Cascio da tre fattori: «Ricerca della verità, analisi sulle mafie, (Fava più volte denuncia l’importanza di Catania e l’intreccio tra mafia, banche, economisti in posizione di vertice dello Stato), ottimismo a prescindere da risultati immediati» e una sfida dal Sud articolo in cui parla del riscatto dei siciliani.

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