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Il giovane artista ha vinto con “Across the infinity”, premiato come miglior brano Alternative rock. Ed anche il videoclip è stato girato da un regista calabrese

CATANZARO – “Across the infinity”: una corsa sulla spiaggia, il cuore in gola…e una ballad da podio. Davide Moscato cantautore calabrese, classe 1977, ha praticamente fatto della musica la sua compagna di vita. Basta andare sul suo sito dove racconta di lui bambino già attratto dalle note. Così Davide – nato a Catanzaro, padre ferroviere di Reggio Calabria, madre catanzarese e un po’ di anni a Botricello – «inizia a studiare da autodidatta il piano, e ad adoperare la voce spingendola ad una estensione tenorile e con un ottimo uso del falsetto…». Milita da frontman in diverse rock band locali, scrive brani originali in lingua inglese e successivamente scopre il piano-bar. Nel 2012 incide il suo album di debutto per la Seahorse Recording, dieci brani di sua composizione. Il titolo è “The golden dawn of the tramp ”.

GUARDA IL VIDEOCLIP DI “ACROSS THE INFINITY”

Attualmente Moscato vive a Salò (BS) dove ha registrato il suo secondo lavoro: “Mental Maze”. Un disco che gli ha già portato una stella al merito non da poco: il singolo “Across the infinity” ha vinto gli Akademia Music Awards della Florida. “Mental Maz” ovvero “labirinto mentale”. Il disco è una sorta di concept: 8 canzoni con 8 storie diverse collegate dal filo rosso che dà il titolo al cd.

Cosa intende Davide Moscato per labirinto mentale?

«Semplicemente quella situazione o sensazione che ci porta a chiuderci in noi stessi, avvenimenti poco piacevoli o difficili della vita, o anche ad aberrazioni e occlusioni mentali dovuti a diversi fattori caratteriali. L’ album si apre con la difficoltà, ma anche con la speranza, di un cavaliere in cerca della giusta strada della propria vita e alla ricerca della propria regina, in “Across the infinity».

Cos’è per lei la musica?

«Forse dirò una banalità, ma quando si parla di musica è inevitabile, perché si è detto già di tutto a riguardo. Comunque sia, la musica l’ho sempre sentita come una valvola di sfogo, specie il canto, scrivere canzoni, e scrivo da quando avevo circa 15 anni, è una forma di linguaggio per me, una espressione dei propri pensieri e sentimenti. A quei tempi ero bloccato dalla timidezza e dall’insicurezza, perciò la musica mi ha “adottato”, mi ha come tirato fuori da un recinto».

Come definirebbe il suo modo di comporre?

«Ho ascoltato nel tempo parecchia musica, ma a quanto dice il produttore per cui incido, la Seahorse Recordings, Paolo Messere, ho un modo di comporre molto originale, che trae spunto da qualcuno, inevitabilmente, ma che all’ ascolto risulta unico, personale, e questo per me è un fattore davvero importante».

La soddisfazione più grande?

«Per quel che riguarda la composizione, la più grande fino è arrivata dal mio nuovo singolo Across the infinity, che a gennaio ha vinto gli Akademia Music Awards della Florida, come miglior brano nella categoria Alternative Rock, e che si può trovare anche su Itunes. Da li è poi nata la collaborazione con l’ etichetta Indie americana, Custom Made Music, per il lancio del mio disco negli States che avverrà a breve. Da poco su Youtube.com si può anche vedere uno splendido video dell’omonimo brano, girato col regista Massimo Ivan Falsetta nella capitale, insieme ad una troupe fantastica».

“Across the infinity”, com’è nato questo pezzo?

«Le strofe sono nate per caso e per gioco, torturando una chitarra classica, più di un anno fa… ai tempi conoscevo solo una manciata di accordi, ma sufficienti per costruire qualcosa. Poi alla tastiera ho aggiunto il resto della melodia. Alcune parti del testo le ha scritte mio fratello Antonio, e il solo centrale l’ho elaborato insieme a mio nipote Alessandro, facendo diventare questa canzone un pezzo di famiglia. Questa canzone si è rivelata magica, anticipando di alcune settimane gli avvenimenti che di li a poco avrebbero stravolto in positivo la mia vita personale».

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