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Giuseppe Bertolotti

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CATANZARO – Sulla parete del soggiorno campeggia la maglietta autografata da Alessandro Del Piero. Ma Giuseppe Bertolotti, 8 anni e 9 mesi, con la Vecchia Signora non c’entra nulla. Quella per i colori bianconeri è una passione di papà Antonio. Lui tifa Milan e ama la musica. Eccome se la ama. Suona la chitarra e canta. Quest’anno il regalo più bello per il suo nono compleanno, il 20 maggio, è arrivato con qualche mese di anticipo. È ancora presto per sapere se salirà sul palco del Forum di Assago (LEGGI LA NOTIZIA), ad aprile, con il suo adorato Ermal Meta, ma le condizioni ci sono tutte. Del resto sarebbe impossibile rifiutare l’invito arrivato direttamente dal cantautore e compositore albanese innamorato di quel bambino che nel video, postato dalla mamma sulla pagina di uno dei tanti fan club del cantautore, canta il successo sanremese. La fiaba di Giuseppe, perchè di una fiaba si tratta, inizia a Squillace, comune a poche decine di chilometri dal capoluogo, che guarda all’azzurro del mar Ionio inframmezzato dall’argento degli ulivi di cui è piena la campagna circostante. Mamma avvocato e papà guardia giurata, Giuseppe “cresce” a pane e note. «Sin da piccolo – racconta mamma Rossella – adorava ascoltare musica».

IL VIDEO: GIUSEPPE CANTA “NON MI AVETE FATTO NIENTE”

Chiedeva degli U2: quel rock che inondava casa Bertolotti («io e mio marito li adoriamo») lo aveva ammaliato. «In tv voleva vedere video musicali e si addormentava con Rtl». Per lui non esisteva ninna nanna migliore. Nelle letterine a Babbo Natale, alla Befana Giuseppe “reclamava” chitarrine, tastiere, batterie, pianoforti in miniatura. E microfoni per provare ad immaginare che un giorno quel sogno di salire sul palcoscenico sarebbe potuto diventare una bella realtà. É il nonno materno, ad accorgersi per primo che per Giuseppe la musica non è solo un gioco. «Mio padre – racconta Rossella – mastica musica ma non ha mai frequentato corsi. É autodidatta, lo fa per passione. Quella stessa passione che ha trasmesso in eredità al nipote». Questione di genetica direbbe qualcuno. E così, dalla chitarra giocattolo alla prima vera chitarra. Classica per cominciare, poi, anche elettrica. «A sette anni – ricorda mamma Rossella – lo abbiamo iscritto ad un’associazione musicale. Non poteva più studiare da autodidatta».

Chiede che non lo si definisca un bimbo fenomeno. «Mio figlio – spiega – è come tutti gli altri. È stato Ermal ad esagerare». Si schermisce ma in cuor suo sa che Giuseppe è un bambino straordinario. «L’unica dote che Giuseppe ha è quella di trovare gli accordi. Sente una canzone e dopo dieci minuti riesce ad individuare gli accordi». Il sogno di calcare un palcoscenico, accarezzato da tempo e che presto potrebbe diventare realtà, fa un effetto strano su mamma Rossella. «Non pensavano a tanto – spiega – perché per Giuseppe l’unica cosa che contava era che Ermal si accorgesse di lui».

Il bimbo lo insegue dai tempi di “Vietato morire, pezzo portato al Cantagiro a settembre scorso alle semifinali. Voce e chitarra, senza alcuna base. Conquista il premio della critica ma non arriva in finale. Eppure non demorde. In un altro video, sempre postato sulla pagina di un fan club di Meta, canta “Umano”. E, pochi mesi dopo, il desiderio di incontrare il suo idolo dal vivo viene esaudito. Giuseppe incontra Ermal a Limbadi. É il suo primo concerto dal vivo. Riesce a “rubare” una fotografia ma non ha la possibilità di dirgli che quelle piccole mani che si muovono sulla chitarra nel video di “Umano” sono le sue. Fino a ieri quando finalmente l’appello di Meta di incontrare il “bimbo fenomeno” diventa virale e la storia finisce, come ogni fiaba che si rispetti, in un lieto fine.

In attesa di “volare” ad Assago Giuseppe continua a vivere come un bambino della sua età fra i banchi di scuola lo studio dell’inglese, le sue amate lezioni di chitarra. Lui, non si sente un “bimbo fenomeno”. Anzi. Ieri pomeriggio, non si è fatto pregare due volte e nella sua Squillace , in occasione del Carnevale, è salito sul carro dedicato a Rino Gaetano e ha cantato Alla mamma che, gli ha chiesto quali sensazioni provasse, subito dopo aver raccolto l’invito di Meta, ha risposto: “Mi sento come ti senti tu”. Felicità, orgoglio e amore di madre. E di padre, “costretto” per lavoro a vivere fuori regione, a Treviglio in provincia di Bergamo, comune che ha dato i natali alla moglie. In tasca, papà Antonio ha già il biglietto aereo per raggiungere Giuseppe e festeggiare con lui il nono compleanno. «Ma mi sa – ride mamma Rossella – che lo abbracceremo prima».

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