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Una corsia di un ospedale

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CATANZARO – Migliora, tra le regioni italiane, la capacità di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea): rispetto allo scorso anno passano da 5 a 2, ovvero Campania e Calabria, le regioni giudicate non in grado di erogare quei servizi e prestazioni che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Al top della classifica c’è il Veneto. E’ quanto emerge dai dati provvisori del monitoraggio Lea 2016 del Ministero della Salute, contenuti nel Rapporto di Coordinamento di Finanza Pubblica 2018 della Corte dei Conti e diffusi oggi dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva.

«La forbice che ancora c’è tra le Regioni, anche tra quelle adempienti – commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – è inaccettabile e conferma ancora una volta le profonde disuguaglianze che sono presenti nel nostro Servizio Sanitario Pubblico». Urge, quindi, «una forte strategia unitaria per il loro contrasto» incentrata sul «rafforzamento del ruolo del Ministero della Salute nell’attività di coordinamento».

Se è 160 il punteggio necessario per considerare una Regione «adempiente» nell’erogazione dei Lea, tra le due “bocciate” c’è la Calabria, che nel 2016 ha raggiunto un punteggio di 144, perdendo 3 punti rispetto all’anno precedente.

La Campania invece, pur attestandosi su un punteggio ancora più basso pari a 124, è la Regione che in assoluto ha guadagnato più punti: +18. Oltre a queste due, nel 2015 quelle considerate “inadempienti” erano Sicilia, Molise e Puglia, ma nel 2016 risultano tutte e tre promosse con la “sufficienza”, raggiungendo punteggi pari rispettivamente a 163, 164, 169. In generale, quasi la totalità delle Regioni ha visto migliorare il proprio punteggio, in particolare la Puglia guadagna 14 punti, Sicilia e Umbria 10. Passo indietro invece per la Toscana che perde 4 punti rispetto al 2015.

«Chiediamo – è l’appello di Aceti al ministro della Salute Giulia Grillo – di rafforzare il sistema di monitoraggio dei Lea, a partire dalla sua capacità di fornire dati più attuali, evitando un ritardo di 2 anni» e «chiediamo – conclude – che i nuovi Lea diventino effettivamente accessibili attraverso lo sblocco del Decreto tariffe».

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