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CATANZARO – Aumenta l’aspettativa di vita dei calabresi. Nel 2016, in Calabria, la vita media (alla nascita) è stimata dall’Istat in 82,3 anni, allungandosi così rispetto agli 81,9 dell’anno precedente. Nel 1974 era inferiore di quasi otto anni e mezzo (73,9). Per gli uomini la speranza è di poter vivere fino a 80 anni (79,6 nel 2015) mentre, per donne la media si attesta a 84,7 anni (84,3 nell’anno scorso). Rimane una lieve distanza rispetto alla media nazionale che si attesta a 82,8 anni (80,6 per gli uomini e 85 anni per le donne), comunque con dati più incoraggianti nel confronto della vita media nel resto del Mezzogiorno (79,9 per i maschi e 84,3 per le donne).

I più longevi sono i trentini con 81,4 anni di aspettativa media per gli uomini e 86,1 anni per le donne. Sul versante opposto la Campania, dove la vita media è di 78,9 anni per gli uomini e 83,4 per le donne.

A Catanzaro la speranza di vita più elevata. Aumentano gli anni della pensione

Nel raffronto delle province calabresi, i più longevi sono i catanzaresi con una speranza di vita alla nascita di 82,8 anni, seguiti dai residenti di Vibo Valentia (82,5), Cosenza (82,3) e Reggio Calabria (82,2). Chiude Crotone con 82,1 anni. Dal 2015 al 2016 cresce anche la vita media dei calabresi over 65. È passata infatti da 20,1 a 20,6 anni. Nel 1974 era di appena 16 anni. Per gli uomini calabresi gli anni della vecchiaia nel 2016 sono stati in media 18,9 anni, mentre 22,2 anni per le donne. Nel resto del Paese il periodo che solitamente corrisponde alla pensione è di 19,1 anni per i maschi e 22,3 per le femmine.

Nel 2016 calano i decessi e il rischio di morte

Nel 2016, scende del 5,1% rispetto all’anno precedente il numero dei morti sul territorio calabrese. In termini assoluti, i decessi sono passati in un anno da 20.311 a 19.267. Dati in linea con il trend nazionale in cui la diminuzione è stata del 5%. Il tasso standardizzato di mortalità (un indicatore che serve a misurare le opportunità di sopravvivenza su un determinato territorio, depurando l’effetto del progressivo invecchiamento della popolazione) è pari ad 8,5 ogni mille abitanti. Un tasso che va a correggere il picco negativo di mortalità di 9,1 ogni mille abitanti registrato nel corso del 2015. La media nazionale si attesta ad un tasso di mortalità di 8,2 ogni mille abitanti. La regione con un rischio di morte più elevato è la Campania (9,6 per mille), mentre il più basso si registra nel Trentino (7,4 per mille)

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