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L'Università di Catanzaro

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CATANZARO – Nevrotici, estroversi, aperti a nuove esperienze, altruisti o capaci di autocontrollo: sono i tratti della personalità che il cervello riesce a raccontare in base al suo aspetto, ossia allo spessore, la misura della superficie complessiva e il modo in cui è ripiegata su se stessa. La scoperta, pubblicata sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience, è stata condotta da un gruppo internazionale al quale l’Italia partecipa con l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibfm-Cnr) e le università di Roma Tor Vergata e della Magna Graecia di Catanzaro.

La ricerca, alla quale hanno partecipato anche italiani che lavorano nell’università americana della Florida e in quella britannica di Oxford, è stata condotta nell’ambito del progetto internazionale sul connettoma umano, lo Human Connectome Project, il cui obiettivo è ottenere la mappa delle connessioni tra le cellule nervose del cervello umano.

«I risultati del nostro studio supportano l’ipotesi che esista una stretta relazione tra la personalità ed lo sviluppo cerebrale», osserva Antonio Terracciano, dell’Università della Florida. I ricercatori hanno analizzato più di 500 risonanze magnetiche cerebrali, misurandone i parametri fisici, con l’obiettivo di metterle in relazione con cinque tratti della personalità ai quali, secondo i ricercatori, possono essere ricondotte le differenze individuali nel modo in cui sono vissute le emozioni.

Gli studiosi hanno distinto così il “nevroticismo”, inteso come instabilità emotiva di una persona, la tendenza ad essere entusiasti, l’apertura alle nuove esperienze, la capacità di essere altruisti ed empatici e il senso di responsabilità. Come il cervello e la forma che può assumere ‘ripiegandosi su se stesso, anche la personalità «tende a modificarsi man mano che maturiamo e invecchiamo», osservano i ricercatori: si diventa più capaci a gestire le emozioni negative e più responsabili. Secondo la ricerca la forma del cervello può essere anche una spia del rischio di disturbi psichiatrici. Ad esempio altri livelli di “nevroticismo” sarebbero legati a depressione e ansia.

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