X
<
>

L'inaugurazione del murale di Massimo Sirelli

Condividi:
3 minuti per la lettura

MARCEDUSA (CATANZARO)– Un abbraccio dai tanti significati, capace di unire i legami di quanti hanno lasciato il paese natio per raggiungere altre mete, ma anche di riscoprire il valore del contatto dopo mesi di restrizioni a causa della pandemia. Tutto questo racchiuso in un murale realizzato dall’artista Massimo Sirelli in un piccolo borgo del Catanzarese, Marcedusa. 

Una iniziativa ricca di tanta simbologia, dunque, partendo proprio dalla storia del piccolo centro che in pochi anni ha visto crollare il numero dei residenti, subendo il peso dello spopolamento. Quindi, l’idea di ritornare alla normalità dopo l’impossibilità di abbracciare i propri cari per le gravi emergenze legate al Covid-19. E poi il messaggio di Sirelli, artista calabrese noto in tutto il mondo, che ha voluto dare un proprio segnale di speranza, ripartendo da Marcedusa dopo un periodo di malattia che lo ha tenuto fermo dal suo lavoro, per un continuo «via vai tra casa e ospedale», come lui stesso ha ricordato. 

L’inaugurazione del murales si è svolta ieri pomeriggio nella piazzetta di via Marconi, alla presenza del sindaco Domenico Garofalo, accompagnato dal vicesindaco Michele Scumace, dall’assessore Guglielmo Riccelli e dai consiglieri comunali; quindi il consigliere regionale Sinibaldo Esposito; il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni; i sindaci di Cerva, Fabrizio Rizzuti; Soveria Simeri, Amedeo Mormile; Albi, Salvatore Ricca; Belcastro, Antonio Torchia; il capogruppo di Andali, Silvio Puleo; il consigliere di Cropani, Lino Riccio; il vicesindaco di Magisano, Francesco Alberto; l’assessore di Mesoraca Eloisa Tesoriere. Presente anche una delegazione dell’Ordine degli architetti guidata dalla tesoriera Francesca Arcieri. 

L’iniziativa, moderata dal giornalista Saverio Simone Puccio, ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini che hanno voluto apprezzare il murale realizzato sulla parete di una abitazione. “L’Abbrazzu”, così come è stato denominato, rappresenta il rientro di una giovane che abbraccia un proprio congiunto, circondati dai colori tipici di questa terra: i verdi degli uliveti, i giallo dei campi di grano, la macchia mediterranea, la tradizione rurale calabrese.  

«Andare per poi tornare. Riabbracciare i propri cari, la propria terra, la propria casa. Ecco cosa ho voluto immortalare in quest’opera», ha spiegato Sirelli. «In questo lavoro ho seguito un processo di sintesi – ha aggiunto – per rappresentare i paesaggi panoramici che circondano Marcedusa approfondendo ed esplorando il tema delicato dell’emigrazione». 

C’è poi, per l’artista, un significato più intimo e personale: «”L’Abbrazzu”, segna per me un ritorno alla vita – ha detto – celebrando il contatto fisico che tanto mi è mancato, l’abbraccio, in un momento così particolare per tutti, dove il contatto ha assunto un valore ed un significato ancora più speciale». 

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Marcedusa, Domenico Garofalo, che ha voluto ringraziare i tanti amministratori presenti e i cittadini che hanno gremito la piazza, seppur nel rispetto delle norme anticovid.

Sottolineando il ruolo che possono avere i piccoli borghi, ma anche la capacità di interlocuzioni tra le varie realtà locali, Garofalo ha aggiunto: «Questa è una piacevole serata d’estate, una operazione non ordinaria, un po’ di riflessioni insieme a tanti amici e un “abbrazzu” un po’ speciale in un momento particolare».  

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE